Verba manent, scripta volant.

Data pubblicazione: 27-feb-2012 8.39.07

Non mi sono sbagliata a scrivere, voglio sottolineare una verità cui mi ha fatto riflettere la cantante Arisa in una intervista alle Invasioni Barbariche di Daria Bignardi.

La giornalista le ha domandato come mai la storia con il suo fidanzato storico fosse finita e lei ha descritto molto bene l’importanza delle parole: ci siamo detti troppe parole crudeli a vicenda per poter pensare di tornare indietro, certe parole rovinano i rapporti.

Sovente, invece, sento persone trincerarsi, specie sul luogo di lavoro, dietro a quantità di e-mail pur di svincolarsi dalle responsabilità: “Io lo avevo scritto!”. In realtà quelle comunicazioni scritte perlopiù cadono nel dimenticatoio, senza avere il potere di una vera comunicazione, che non potrà mai essere sostituita da un dialogo vero e proprio.

Il proverbio originale, Verba volant, scripta manent, che trae origine da un discorso di Caio Titus al senato romano, insinua la prudenza nello scrivere, perché, se le parole facilmente si dimenticano, gli scritti possono sempre formare documenti incontrovertibili.

Tuttavia se questa verità può essere effettivamente valida in alcuni tipi di rapporti quali la stipula di un contratto, nell’ambito di una compravendita, ecc....., nelle nostre relazioni quotidiane la prudenza è da utilizzare nelle parole che diciamo, che rimangono.