Tu non mi puoi giudicare!

Data pubblicazione: 5-apr-2011 13.45.40

La psicoanalisi è un lavoro di riabilitazione del giudizio. Ma quale giudizio?

Il giudizio è infatti una di quelle parole intorno al quale partono molti inganni. Pensiamo ad alcune frasi: ma chi sei tu per permetterti di giudicare? Oppure l’insegnante o il genitore che dice all’allievo o al figlio “Tu non mi puoi giudicare!”

Il giudizio conveniente è quel pensiero che è capace di concludere se l’azione mia o di un altro è stata a mio beneficio o se invece ha causato danno. In tal caso il riconoscimento dell’errore, sia proprio sia dell’altro, non è fatto per soffrire o per penare, ma per riabilitare sè stessi o colui che lo ha commesso.

Il giudizio sconveniente è quel giudizio che viene formulato per insultare, per schernire, per condannare e conduce a infliggere una pena, procurando al colpevole – sia che si tratti di sè che di altri - una pena che si pensa proporzionata al danno commesso.

Il giudizio è un pensiero che orienta, concludendo quali sono le persone che riteniamo affidabili o quelle che è bene depennare tra i nostri interlocutori.