Motivare o giustificare.

Data pubblicazione: 13-giu-2011 9.51.26

Talvolta capita che si ponga questa questione: “Avevo dato la mia disponibilità per un appuntamento, non riesco ad onorarlo per diversi motivi: cambiano le condizioni, arrivo in ritardo, cambio idea” …

Come mi comporto? Diamo per scontato, anche se non lo è affatto, che al nostro interlocutore diciamo che non onoriamo l’appuntamento.

A questo punto qualcuno si pone questa questione: devo giustificarmi? Posso cambiare idea senza dover fornire una spiegazione del perché sia avvenuta? Io penso che se il nostro riferimento è la soddisfazione, non occorre giustificarsi, tuttavia può essere conveniente motivare il perché del cambiamento.

Giustificare deriva dalla parola giusto e significa dimostrare che si sta operando secondo giustizia, il riferimento a questo punto non è più il rapporto con l’altro, bensì una teoria: la giustizia.

Motivare significare addurre le ragioni fondamentali di un giudizio, ovvero mettere l’altro nelle condizioni di giudicare, in autonomia, delle mie ‘motivazioni’. Il riferimento diventa il rapporto e, aggiungerei, la cura del pensiero dell’altro.