Economia del sacrificio vs economia del desiderio.

Data pubblicazione: 17-lug-2011 7.48.04

La politica invoca al sacrificio, “gli italiani hanno capito che devono sacrificarsi per far fronte al debito pubblico”. L’economia italiana, così come l’economia individuale, invoca alla miseria collettiva: sacrificio, mancanza di risorse, austerità, sono le parole che ormai si leggono quotidianamente su ogni giornale nazionale. Il problema è quando queste questioni diventano oggetto di riferimento dei nostri atti quotidiani, allora sì che quella miseria invocata diventa concreta.

L’economia del desiderio si muove su altro, dimostrando che laddove c’è desiderio si può promuovere ricchezza. In televisione mi è capitato di ascoltare due imprenditori che raccontando la loro storia hanno dimostrato come, con gli investimenti giusti, anche in un periodo di “crisi”, loro sono riusciti ad incrementare i loro profitti. Come? Hanno detto no alla miseria, si sono mossi facendo investimenti economici per ampliare la loro offerta di prodotti e il mercato li ha premiati.

Il desiderio muove altro desiderio, in una direzione che non è mai possibile prevedere e per questo è produttrice di ricchezza. La miseria invece induce a sottomettersi ad un unico comando: il sacrificio, in funzione di mantenere il più possibile tutto uguale a sé stesso, senza possibilità di alcuna ricchezza.