Di Claudia Furlanetto

Data pubblicazione: 30-mar-2011 17.21.31

"Che onore che tu prenda questo oggetto da me". Con questa frase una donna si è rivolta ad un bambino di alcuni mesi, che, dopo aver gattonato liberamente attorno ad un cestino di oggetti che gli era stato offerto, ne ha preso uno ed ha cominciato a giocare. Ho pensato - osservando ed ascoltando quanto si stava svolgendo accanto a me - di assistere alla costituzione di una regale civiltà dei rapporti. Ma non ero in una remota e antica reggia ero in un asilo nido. Quanta differenza con i modi con cui viene talvolta trattato il pensiero in altri contesti educativi, quando al "che onore" viene sostituito il comando "Era ora che tu... studiassi, lavorassi ecc.". Essere amici del pensiero dell'altro vuol dire fare posto alla sua iniziativa e alle sue idee come prodotte delle nostre buone idee e proposte, senza la coercizione del comando, del compito o dell'aspettativa.