Pensare vs rimuginare.

Data pubblicazione: 16-gen-2012 15.24.17

Si sente sovente dire: “sono una persona che pensa troppo”, come se quel pensare fosse negativo, in realtà pensare è un atto che è sempre benvenuto.

Diverso è il caso del rimuginare.

Si tratta di 2 ambiti diversi, nel primo caso il pensiero è un atto che giunge a conclusione, nel secondo caso invece la parola fine non è prevista.

Pensare bene è pensare in modo conclusivo e non ha nulla a che fare con il pensare positivo. Il giudizio, anche quello che sfocia in una conclusione apparentemente negativa come il giudizio di inaffidabilità circa un partner, è sempre benvenuto, in quanto ci permette di fare distinzioni e prendere decisioni circa il nostro bene.

Nell’ambito del rimuginare il pensiero invece è ripetitivo, si tratta dell’eterno ritorno dei soliti pensieri che non giungono mai a giudizio e che pertanto non sfociano mai in atti, rimandando così a domani – che rappresenta il domani infinito – ciò che produrrebbe il nostro beneficio.

La possibilità di poter riconoscere il proprio rimuginare e di esprimere nell’ambito di un rapporto con un analista i propri pensieri cambia la prospettiva: quel soggetto che fino a quel momento era passivo nel suo rimuginare, può cambiare posizione assumendo un ruolo attivo del dare conclusione a quei pensieri e occupandosi di coltivare proficuamente il proprio bene.