Chi sono



Per scrivere alla prof.: 

Sono un'insegnante laureata in Scienze Biologiche a Pavia. Iniziando quasi per caso ad insegnare, nel lontano 1995 ho scoperto la passione per questo meraviglioso lavoro. Ho cominciato nella scuola media (allora si chiamava così), per poi passare ad insegnare Scienze in diverse scuole superiori di Brescia e provincia (licei e istituti tecnici e professionali). Nel 2001 sono entrata in ruolo nella scuola secondaria di I grado, dove insegno Matematica e Scienze: la mia passione per la tecnologia informatica, il disegno e le attività manuali (origami, costruzione di giochi ed oggetti con carta, legno ed altri materiali) si sposa bene con la vocazione laboratoriale di queste discipline.

Secondo me la scuola deve essere prima di tutto interessante e divertente per i ragazzi, una di quelle cose che quando suona la campanella ti senti dire da loro: "Ma come prof., è già finita?!"

I ragazzi oggi vanno coinvolti con modalità diverse rispetto alla scuola che ho seguito io "ai miei tempi": ci sono internet, computer e smartphone, un modo diverso di socializzare, un modo diverso di prestare attenzione, sono stati riconosciuti disturbi di apprendimento come la dislessia, la discalculia, l'ADHD e i ragazzi non vengono più messi in punizione dietro la lavagna o tacciati di essere "asini".

Sono convinta che con le proposte e gli stimoli giusti ogni ragazzo/a possa essere coinvolto e sia disponibile a mettersi in gioco, per diventare sempre più una testa pensante e trovare la propria strada verso la felicità.

Insegnare i dettagli significa portare confusione.

Stabilire la relazione tre le cose significa portare la conoscenza.

Maria Montessori

I motivi per cui fare l’insegnante come mestiere sono tanti. Ma ce n’è uno che, per importanza, supera di gran lunga tutti gli altri. Quando vedi accendersi negli occhi dei ragazzi l’intuizione: la fronte corrucciata si rilassa, lo sguardo opaco si illumina, la bocca tesa si rilassa in un accenno di sorriso. Quel momento, in cui si risveglia l’intelligenza e l’animo esulta, mette i brividi. E se il percorso per arrivarci è stato lungo, condiviso, magari sofferto, nel tentativo di trovare parole altre, strade alternative, per condurlo a capire, allora il tuo tempo prende senso e come docente ti senti vivo. Amo questi momenti. Non rari, ma neppure così frequenti.

Federico Benuzzi (La legge del perdente)