Il commiato di un fratello

Sono in piedi, sul bordo della spiaggia; passa un veliero nella brezza del mattino, parte verso l’alto mare. È un oggetto di bellezza e io lo guardo finché scompare all’orizzonte. Qualcuno accanto a me dice: "è partito."

"Partito? Per dove?"

Partito dal mio sguardo, tutto qui. Il suo albero è sempre altrettanto alto; il suo scafo ha sempre la sua forza di portare il suo carico umano fino al suo destino finale. La scomparsa totale è dalla mia vista, è in me, non in lui. E proprio nel momento in cui qualcuno accanto a me dice: "È partito", altri lo vedono spuntare all’orizzonte e venire verso di loro e con una sola voce esclamano con gioia: "eccolo!"

Questa è la morte.


Sono soltanto passato nella stanza accanto. Rimango sempre io, e anche voi, gli stessi. Quel che eravamo gli uni per gli altri, lo siamo sempre. Datemi il nome che mi avete sempre dato. Parlatemi come avete sempre fatto. Non prendete un tono diverso o un’aria solenne o triste. Continuate a ridere di quel che ci faceva ridere insieme.

Pregate. Sorridete. Pregate per me. Perdonatemi, se c'è qualcosa da perdonare.

Il mio nome sia pronunciato come lo è stato sempre, senza enfasi, senza alcuna ombra. La vita significa quel che ha sempre significato. È la stessa di sempre. Il filo non è tagliato. Perché dovrei essere fuori dai vostri pensieri? Semplicemente perché sono fuori dalla vostra vista?

Vi attendo, non sono lontano, sono solo in un'altra stanza. Vedete? Tutto è bene. La vostra serenità sarà la mia pace.