→ Il giubileo per gli ammalati: chi non può uscire di casa

Ufficio di pastorale della salute

Diocesi di Chiavari

MISERICORDIOSI COME IL PADRE

Sussidio

per il Giubileo della Misericordia

PER CHI NON PUÒ RECARSI AD UNA DELLE PORTE DELLA MISERICORDIA

Chi non può recarsi ad una delle Porte della Misericordia (per malattia o per prudenza – per esempio gli anziani – o per altri motivi che impediscano di uscire) può ottenere l'indulgenza giubilare:

- ricevendo la comunione;

- partecipando, anche attraverso i vari mezzi di comunicazione (televisione, radio, internet, ecc.), alla Santa Messa e alla preghiera comunitaria;

- meditando sulla Misericordia di Dio;

- celebrando il Sacramento della Riconciliazione;

- recitando il Padre Nostro ed il Credo;

- pregando per il Santo Padre e per le intenzioni che porta nel cuore per il bene della Chiesa e del mondo intero.

Se si riceve l'Eucarestia da un ministro straordinario della comunione, sarà importante prendere accordi per la visita di un sacerdote in modo da poter celebrare anche il sacramento della riconciliazione.

Nota bene: la confessione, la comunione eucaristica e la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice possono essere adempiute parecchi giorni prima o dopo aver compiuto l'opera che fa accedere al dono dell'indulgenza. [cfr. Manuale delle indulgenze, N. 20, § 3].

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Alcune parole di Papa Francesco

Da un'intervista di Padre Antonio Spadaro.

Ho la domanda pronta, ma decido di non seguire lo schema che mi ero prefisso, e gli chiedo un po’ a bruciapelo: «Chi è Jorge Mario Bergoglio?». Il Papa mi fissa in silenzio. Gli chiedo se è una domanda che è lecito porgli… Lui fa cenno di accettare la domanda e mi dice: «non so quale possa essere la definizione più giusta… Io sono un peccatore. Questa è la definizione più giusta. E non è un modo di dire, un genere letterario. Sono un peccatore».

Il Papa continua a riflettere, compreso, come se non si aspettasse quella domanda, come se fosse costretto a una riflessione ulteriore.

«Sì, posso forse dire che sono un po’ furbo, so muovermi, ma è vero che sono anche un po’ ingenuo. Sì, ma la sintesi migliore, quella che mi viene più da dentro e che sento più vera, è proprio questa: “sono un peccatore al quale il Signore ha guardato”». E ripete: «io sono uno che è guardato dal Signore. Il mio motto Miserando atque eligendo l’ho sentito sempre come molto vero per me».

Il motto di Papa Francesco è tratto dalle Omelie di san Beda il Venerabile, il quale, commentando l’episodio evangelico della vocazione di san Matteo, scrive: «Vide Gesù un pubblicano e, siccome lo guardò con sentimento di amore e lo scelse, gli disse: Seguimi».

E aggiunge: «il gerundio latino miserando mi sembra intraducibile sia in italiano sia in spagnolo. A me piace tradurlo con un altro gerundio che non esiste: misericordiando».

Papa Francesco continua nella sua riflessione e mi dice, facendo un salto di cui sul momento non comprendo il senso: «Io non conosco Roma. Conosco poche cose. Tra queste Santa Maria Maggiore: ci andavo sempre». Rido e gli dico: «Lo abbiamo capito tutti molto bene, Santo Padre!».

«Ecco, sì — prosegue il Papa —, conosco Santa Maria Maggiore, San Pietro… ma venendo a Roma ho sempre abitato in via della Scrofa. Da lì visitavo spesso la chiesa di San Luigi dei Francesi, e lì andavo a contemplare il quadro della vocazione di san Matteo di Caravaggio». Comincio a intuire cosa il Papa vuole dirmi.

«Quel dito di Gesù così… verso Matteo. Così sono io. Così mi sento. Come Matteo».

E qui il Papa si fa deciso, come se avesse colto l’immagine di sé che andava cercando: «È il gesto di Matteo che mi colpisce: afferra i suoi soldi, come a dire: “no, non me! No, questi soldi sono miei!”. Ecco, questo sono io: “un peccatore al quale il Signore ha rivolto i suoi occhi”. E questo è quel che ho detto quando mi hanno chiesto se accettavo la mia elezione a Pontefice». Quindi sussurra: «Peccator sum, sed super misericordia et infinita patientia Domini nostri Jesu Christi confisus et in spiritu penitentiae accepto»

[«Sono un peccatore, ma, confidando sulla misericordia e sull'infinita pazienza di Nostro Signore Gesù Cristo ed in spirito di penitenza, accetto» (N.d.E)].

[Intervista a papa Francesco del direttore di Civiltà Cattolica, padre Antonio Spadaro, La Civiltà Cattolica, 3918, 19 settembre 2013, anno 164, pagg. 449-477]

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