Pensieri preconfezionati.

Data pubblicazione: 20-mag-2011 9.20.21

La civiltà in cui viviamo diffonde una cultura che valorizza certe idee, sottovalutandone o svalutandone altre. La società offre dunque pensieri preconfezionati, invitandoci a farli propri e a non averne una valutazione critica.

Pensiamo ad un detto tipico della nostra lingua: “Chi fa da sè fa per tre”. Cosa ci dice questo detto? E’ un invito a fare da soli, come se avvalersi dell’ausilio di qualcuno fosse in qualche modo segnale di insoddisfazione, per poi arrivare a pensieri diversi quali: se chiedo un aiuto sono debole, sono un incapace... Queste convinzioni, solo apparentemente banali, influenzano le nostre scelte quotidiane: quante persone pur di non chiedere una indicazione stradale sono ‘disponibili’ a perdersi per le strade di città sconosciute perdendo tempo prezioso, quante persone producono lavori domestici disastrosi pur di non chiedere l’intervento di una persona più capace...

La competenza individuale comporta che una persona sappia giudicare di volta in volta se avvalersi o meno dall’aiuto di qualcuno, in certe occasioni potrebbe essere più soddisfacente fare da sè, in altre occasioni potrebbe essere più produttivo chiedere l’ausilio di qualcuno.

E’ la rigidità del pensiero preconfezionato che impedisce di produrre quel pensiero che proprio perchè pensa non può che essere sempre diverso, a seconda delle condizioni in cui si viene a trovare.