Il secondo fine.

Data pubblicazione: 2-nov-2011 18.16.02

Ho già sentito in alcune sedute questa domanda: Che cosa vuole da me? Riscontro che le persone che si interrogano circa questo volere degli altri si sentono a disagio quando qualcuno offre loro qualcosa, domandandosi se in realtà non abbiano secondi fini. C’è un punto vero in questa affermazione, ovvero che esiste il secondo fine, l’errore consiste nel considerare che esso possa solo danneggiarci.

Se io, per esempio, facendo la coda in un negozio, inizio a parlare con la persona che mi precede, ho un secondo fine: fare in modo che quel tempo, altrimenti tedioso, possa trascorrere in modo piacevole.

Potremmo dire che il primo fine è un atto potenzialmente soddisfacente: prendo l’iniziativa di parlare, ma non so ancora se l’altro mi risponderà o come mi risponderà. Il secondo fine, o meta, è la soddisfazione se ne deriva una conversazione piacevole per entrambi.