La Sezione di Arte della Ceramica

Renato Bertini nel 1957

La Sezione Ceramica del Mengaroni

La storia, gli insegnanti, i direttori

La produzione ceramica a Pesaro risale al XIV secolo e si estende fino al XX secolo mantenendo nel tempo un elevato livello qualitativo. Tra 1800 e 1900, la città contava un numero significativo di botteghe, tanto da essere scelta, nella prima metà del '900, come sede per le prime tre mostre nazionali di ceramica. Tutto il territorio, con Urbino e Casteldurante (Urbania) vantava una tradizione consolidata.

Ma è nella seconda metà del XIX secolo che si avverte la necessità di formare i giovani alle produzioni artigianali tra cui la ceramica. L'apprendimento non viene più delegato soltanto alle botteghe ma viene sentito come compito della collettività e delle sue istituzioni.

Nel 1863 prende avvio a Pesaro, con una Scuola comunale di figura, la formazione di allievi allo scopo di prepararli e orientarli alle produzioni artistiche locali. I corsi, che nel tempo avranno una loro evoluzione, erano serali per consentire ai ragazzi di lavorare di giorno; ma già nel 1921 diventeranno diurni, anche se corsi serali vennero mantenuti fino ai primi anni del secondo dopoguerra. Tra gli insegnamenti c'era anche la lavorazione della ceramica, che però non vantava una sezione vera e propria come si evince nell'elenco delle sezioni attive nella Regia Scuola Artistico-Industriale di Tirocinio del 1930.

Nel 1941, grazie anche alla spinta di illustri personalità cittadine, tra questi Giorgio Ugolini, (mecenate,collezionista e ceramologo), il Ministero della Educazione Nazionale sancisce il trasferimento della Sezione ceramica da Urbino a Pesaro (nel '56 la sezione di Urbino verrà riaperta), affermando così la specificità della scuola Mengaroni come centro ceramico provinciale per la formazione di maestranze qualificate. Ma è nel 1946, dopo l'evento bellico, che la sezione si struttura definitivamente. L’incremento di iscritti e la scarsa idoneità del complesso del San Domenico in via Giordano Bruno che ospitava la scuola, dà avvio all'edificazione di un nuovo immobile in via Mengaroni dove la scuola si insedierà nel 1954, ampliando spazi e attrezzature destinati ai laboratori di ceramica.

Negli anni Quaranta fu l’allora direttore Dante Masetti a gettare le basi della sezione al quale subentrerà, nel '54, il professor Ferruccio Ferri. Entrambi si avvarranno di personalità competenti e innovative portando la sezione di ceramica a uno dei periodi più vitali nella storia della scuola.

All’epoca infatti i docenti venivano scelti, per nomina diretta, dal direttore in base a riconosciuti meriti artistici e professionali. E' così che al già affermato artista ceramista Federico Melis (anni scolastici '41-'46) viene affidato l’incarico di capo sezione con il compito di impostare la didattica. Al suo fianco, Guido Andreani, maestro ceramista maiolicaro, formatosi nelle botteghe Mengaroni e Arte Maiolicara Pesarese, sarà figura di spicco nelle tecniche della tradizione. L'architetto toscano Carlo Borgiotti per Decorazione ceramica e Tecnologia, che diventerà a sua volta capo sezione; Guido Cordoni maestro di Foggiatura e Formatura sostituito nel '62 da Franco Ridolfi. E ancora, per Decorazione ceramica, Luciano Vichi che entrerà nella sezione nel 1954.

Nelle diverse discipline di disegno insegnarono artisti come Ciro Pavisa e Alessandro Gallucci; in Storia dell’arte Giancarlo Polidori che lascerà nel '49 per incompatibilità con il ruolo di direttore dei Musei Civici di Pesaro, sostituito da Ida Ligi Alessandri, personalità di spicco di quegli anni. Nel '58 entra Valentino Angelini, per Disegno dal vero. A Enzo Innocenti, docente di Plastica decorativa che insegnava dal '39, subentreranno nel '52 i giovani toscani Giuliano Vangi e Loreno Sguanci. Silvano Pestelli, per Disegno geometrico.

Seppur in altra disciplina di laboratorio, vale infine ricordare gli insegnanti della sezione Metalli che operarono a stretto contatto con ceramica. Per citarne alcuni: Vladimiro Vannini da Firenze, Franco Bucci, Claudio Mariani, Armando Fiorentini, insieme ai toscani Roberto e Rodolfo Ciolli che ricoprirono incarichi anche dirigenziali.

Tra questi insegnanti sono presenti i cosiddetti 'fiorentini', un gruppo di giovani freschi di studi provenienti da Firenze. Hanno pochi anni in più degli studenti e creano subito un clima collaborativo e stimolante. Il loro apporto contribuirà alla vivacità culturale della scuola e al forte desiderio di scoprire e fare esperienze nuove. La città era da poco uscita non solo dalla seconda guerra mondiale, ma anche dal fascismo, le comunicazioni con l'estero non erano state frequenti e molti iniziavano a conoscere le avanguardie del primo Novecento solo in quegli anni.