Misuriamo insieme l'inquinamento acustico

Ciao! Stai per partecipare ad un nuovo esperimento di scienza partecipata. Finora ci siamo occupati di luce: questa volta studieremo il rumore!

Ti chiediamo di utilizzare lo smartphone per misurare il rumore ambientale che raggiunge la tua abitazione. Collaborerai con un gruppo di scienziati per stimare i diversi livelli di rumore ambientale che senti da casa in diversi momenti della giornata (accompagnati da un tuo maggiore o minore “benessere acustico”).

I dati rilevati potranno essere inviati in forma anonima compilando il form qui sotto.

Cosa devi fare?

  1. Verifica se il sistema operativo del tuo smartphone sia Android o iOS, dovrai scaricare una App gratuita per misurare il rumore attorno a te. Si chiama OpeNoise ed è sviluppata da Arpa Piemonte. Clicca i pulsanti Android o iOS per scaricare l'App.

  2. Individua all'interno della tua abitazione le stanze ed i momenti in cui provi il maggiore e il minore benessere acustico a finestre aperte.

  3. Clicca il pulsante giallo qui sotto Misurazione del rumore per sapere come effettuare una misura.

  4. Effettua misure in diversi momenti della giornata in cui provi diverse sensazioni di comfort sonoro, cioè quando percepisci livelli di rumore (e quindi di fastidio/piacere) differenti. Segna le misurazioni sulla scheda di raccolta dati.

  5. Alla fine invierai solo le due misure estreme: quella ottenuta nel momento di tuo maggiore benessere acustico e quella ottenuta nel momento del tuo minore benessere acustico, scelti secondo il tuo giudizio personale.

  6. Se vuoi, puoi effettuare un'ulteriore misurazione (facoltativa), molto rapida, che può essere utile per fornirci un'informazione sulla taratura dello smartphone che hai utilizzato per l'esperimento. Ti chiediamo di effettuare una singola misurazione nel momento di maggior silenzio possibile (solitamente la sera o di notte). Questa volta, dovrai effettuare la misurazione in una stanza con le finestre chiuse.

  7. Segna le misurazioni sul form che trovi qui sotto e inviale.

#scienzasulbalcone per le scuole

Durante il primo esperimento molti docenti hanno coinvolto i propri studenti, chiedendo loro di partecipare e di creare video sul progetto e schede di laboratorio. Abbiamo creato anche per questo esperimento una scheda per le scuole, che condividiamo in formato pdf e in formato doc modificabile ed integrabile a seconda delle esigenze didattiche.

Hai qualche dubbio sull'esperimento? Proviamo a risolverlo

PERCHÉ EFFETTUARE LE MISURAZIONI

Perché misurare il rumore ambientale?
Vogliamo collegare i valori misurati dal tuo smartphone con il tuo giudizio soggettivo relativo al comfort acustico che sperimenti nel momento in cui effettui le misure. TU sei parte attiva dell’esperimento. Il tuo giudizio personale è altrettanto importante della misura effettuata con lo smartphone.

Perché misurare il silenzio?
Vogliamo stimare il livello di fondo misurato dai diversi modelli di smartphone esistenti in assenza di calibrazione, ed ottenere anche un valore di riferimento minimo a cui riferire le altre misure del rumore ambientale.

Perché devo effettuare almeno due misurazioni del rumore ambientale?
Gli smartphone di norma non sono calibrati, quindi il valore assoluto di una singola misura non è necessariamente attendibile. È invece attendibile (entro i limiti di qualità dello smartphone) la differenza tra due o più misure. Per questo ti chiediamo di effettuarne almeno due. Due è il minimo, ma l’esperimento è più informativo se ne effettui più di due.

DOVE EFFETTUARE LE MISURAZIONI

Posso effettuare misure in qualunque luogo io mi trovi?
No. In questo esperimento ti chiediamo di effettuare misure dalla tua abitazione. Starai all’interno, ma di fronte ad una finestra o portafinestra aperta.

Quale finestra o portafinestra dell’abitazione devo scegliere?
Sei libero di scegliere. Inoltre il luogo in cui sperimenti la situazione di comfort migliore e quella peggiore potrebbero essere differenti. Puoi effettuare misure da diversi punti. Ricordati solo di annotarlo nella tabella che ti forniamo, perché poi ti sarà richiesto di riportarlo nel questionario.

QUANDO EFFETTUARE LE MISURAZIONI

Quando devo effettuare le misure del rumore ambientale?
Puoi scegliere liberamente i momenti della giornata in cui effettuare le misure. Ti consigliamo di effettuare più misure in diversi momenti della giornata per sperimentare comfort acustici diversi in momenti diversi.

Quando devo effettuare le misure del silenzio?
Nel momento più tranquillo della giornata (tipicamente di notte).

Appena faccio una misura del rumore ambientale devo mandarla subito?
No. Raccogli con calma le tue misure e annotale sulla tabella che ti abbiamo predisposto riempiendo con cura tutti i campi. Quando ne avrai un certo numero (minimo due, meglio di più) compilerai il questionario online.

COME EFFETTUARE LE MISURAZIONI

Devo tenere aperta la finestra o portafinestra che ho scelto quando faccio la misura del rumore ambientale?
Sì. Devi stare all’interno dell’abitazione ad un metro dalla finestra o portafinestra aperta, col microfono rivolto verso la stessa.

Devo tenere aperte le finestre quando faccio la “misura del silenzio”?
No. In questo caso devi stare nell’ambiente più silenzioso, nel momento più tranquillo e con le finestre e porte chiuse.

Come devo posizionare lo smartphone rispetto alla finestra o portafinestra aperta?
Devi stare all’interno dell’abitazione, ad un metro dalla finestra o portafinestra aperta. Devi dirigere il microfono dello smartphone verso la finestra o portafinestra.

Come devo maneggiare lo smartphone mentre effettuo la misura?
Lo devi impugnare delicatamente col microfono diretto verso la sorgente del rumore (cioè verso l’esterno dell’abitazione), e devi evitare di muovere la mano e le dita perché questo potrebbe produrre rumori estranei e disturbare la misurazione.

Quanto dura ciascuna misura?
Minimo un minuto, massimo due.

Quali valori devo leggere dallo schermo dell’app Openoise?
Leggi e annota i valori che riportano le etichette LAmin, LAeq(t) e LAmax. Ignora il valore LAeq(1s).

Devo cambiare le impostazioni dello smartphone prima di effettuare la misurazione?
Se lo schermo è impostato per l’autospegnimento in tempi inferiori a due minuti è fortemente consigliato disabilitare questa opzione, altrimenti dovrai toccare lo schermo per leggere i valori a fine misura e questo potrebbe introdurre rumore estraneo. Può anche essere utile mettere lo smartphone in modalità non disturbare e disabilitare le notifiche per non essere interrotti durante la misura e doverla ripetere.

Devo prendere particolari precauzioni mentre effettuo la misura?
Sì. Avvisa gli altri occupanti che stai facendo una misurazione scientifica e chiedi che stiano in silenzio per il breve tempo necessario. Devi assicurarti che non vi siano rumori estranei mentre effettui la misura (v. domanda successiva)

In quale caso devo considerare una misura non valida e quindi ripeterla?
Devi ripetere la misura se si sono verificati rumori estranei durante la stessa. Sono considerati rumori estranei: 1) i rumori accidentalmente prodotti dal contatto della mano con lo smartphone; 2) i rumori prodotti dallo smartphone stesso (suonerie, notifiche, vibrazioni, ecc.); 3) tutti i rumori provenienti dall’interno della tua abitazione (voci, musica, animali, squilli di telefono, rumori di pentole, ecc. ecc.); 4) tutti i rumori eccezionali, o estremamente inusuali per il luogo in cui ti trovi.

Come mi devo comportare se durante la misurazione mi accorgo che ci sono dei rumori estranei?
Devi ignorare i valori misurati, premere il pulsante di reset dell’app OpeNoise e ripetere la misura.

QUANTE MISURAZIONI EFFETTUARE

Quante misurazioni del rumore ambientale devo eseguire in tutto?
Sei libero di fare quante misure credi. Più ne fai più i dati che raccogli saranno rappresentativi dell’ambiente sonoro che ti circonda. Per tua comodità abbiamo preparato una tabella su cui puoi annotare tutti i dati che servono.

Quante misurazioni del rumore ambientale devo inserire nel questionario online?
Nel questionario online ti chiediamo di indicare solo due misure scelte tra quelle che hai fatto: una relativa alla situazione acusticamente più confortevole e una relativa alla situazione meno confortevole secondo il tuo giudizio.

Quante misurazioni del silenzio devo eseguire in tutto?
Ne basta una sola. Ripeti la misura solo se sono intervenuti rumori estranei mentre la effettui.

ALTRE DOMANDE

I valori del mio smartphone sono diversi da quelli che leggo su un fonometro. Quindi le misure che ho effettuato non hanno valore?
È normale che lo smartphone dia valori diversi da un fonometro, se non è stato calibrato. Le misure hanno ugualmente valore sia per raccogliere informazioni sugli smartphone stessi, sia perché considereremo soprattutto le differenze tra i valori corrispondenti a diverse situazioni di comfort.

Quando misuro il silenzio leggo valori estremamente bassi. Devo ignorare questi valori?
Il tuo smartphone non è stato calibrato, quindi i valori che leggi possono non corrispondere con i valori che leggeresti su un fonometro professionale. Inviaceli in ogni caso perché questo ci aiuta a farci un’idea del comportamento dei diversi smartphone. Devi ignorare i valori solo se sono intervenuti rumori a disturbare la misura.

Le misure che effettuo hanno valore legale?
No. Le misure dei livelli di rumore ambientale utili per gli usi legali devono essere effettuate da Tecnici Competenti in Acustica Ambientale, come definiti dalla legge. Lo scopo dell’esperimento non è di sostituirsi alle istituzioni preposte.

Ho la possibilità di calibrare il mio smartphone utilizzando un fonometro e una sorgente adatta. Posso farlo?
Certo che sì. L’ideale è utilizzare una sorgente continua (meglio se di rumore rosa) intorno ai 70 dB(A) emessa da un altoparlante HiFi. Entra nel menu calibrazione di OpeNoise e regola la sensibilità finché ottieni il valore di LAeq(1s) con il minore scarto rispetto al fonometro. Il risultato sarà molto buono se lo scarto sarà inferiore a 1 dB(A), se il fonometro è stato calibrato da meno di due anni ed è stato trattato correttamente. Per favore facci sapere se hai effettuato la calibrazione nel commento libero che trovi in fondo al questionario online.

Per inviare le misurazioni, compila il form a fianco. La mappa qui sopra segnerà le misurazioni man mano che verranno inserite. Non si aggiorna in diretta ma giornalmente, e visualizza una sola misurazione per CAP e Comune.

Può partecipare anche chi vive all'estero, indicando come CAP 00000 e come Comune la città e la nazione in cui si vive, separati da una virgola.

Le informazioni che inserisci in questo modulo sono rigorosamente anonime. Compilare ed inviare il form equivale ad essere informati sulle finalità del progetto e acconsentire che i dati (anonimi) inviati siano utilizzati e pubblicati per sole finalità di ricerca scientifica.

L'app per la misurazione del rumore ambientale "OpeNoise" non memorizza né condivide alcun dato personale. Non viene effettuata nessuna registrazione audio né vengono acquisite informazioni sulla localizzazione del dispositivo utilizzato.

La sperimentazione a BergamoScienza

Questo esperimento è stato provato in anteprima tra il 12 e il 14 ottobre da alcune scuole della provincia di Bergamo, in occasione del festival BergamoScienza. Questa sperimentazione ci ha permesso di effettuare alcune modifiche al form e all'esperimento. Grazie agli studenti e ai docenti che hanno partecipato!

Chi siamo

Il progetto #scienzasulbalcone nasce da un'idea di Alessandro Farini, ricercatore dell’Istituto nazionale di ottica del Cnr, Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico, e Luca Balletti, matematico e divulgatore scientifico per l'Unità Comunicazione e relazioni con il pubblico del Cnr.

Il progetto è a cura di:
Silvia Mattoni, Luca Balletti, Cecilia Tria e il Team social Unità Comunicazione e Relazioni con il Pubblico.
Alessandro Farini e Elisabetta Baldanzi, Istituto nazionale di ottica del Cnr
Luca Perri, astrofisico e divulgatore scientifico

L'esperimento dedicato all'inquinamento acustico è a cura di:
Carlo Andrea Rozzi, Istituto Nanoscienze del Cnr
Fabio Chiarello, Istituto di fotonica e nanotecnologie del Cnr
Francesco Frigerio, Centro ricerche ambientali degli Istituti Clinici Scientifici Maugeri
Jacopo Fogola, responsabile per Arpa Piemonte dello sviluppo dell'applicazione OpeNoise utilizzata nell'esperimento

Inquinamento acustico - approfondimenti

Cos'è il suono?

Si avverte un suono quando una perturbazione nella pressione dell'aria raggiunge il nostro timpano, lo mette in vibrazione e viene trasmessa attraverso tutto l'apparato uditivo fino al cervello, dove viene elaborata la sensazione sonora. La perturbazione di pressione che viaggia nello spazio e che ha prodotto la sensazione sonora è detta onda sonora.

Non tutte le variazioni di pressione, però, possono essere percepite. Diventano suono solo quando rispettano alcuni limiti fisiologici: variazioni troppo rapide, troppo lente, o troppo piccole non sono udibili; variazioni troppo grandi possono danneggiare l'orecchio.

La frequenza con cui la perturbazione si ripete si misura in cicli al secondo, o hertz (simbolo Hz). Ad esempio la nota "La" con cui si accordano le orchestre moderne corrisponde ad una frequenza di 440 Hz. Ciò significa che la pressione al timpano passa da un massimo al massimo successivo 440 volte in un secondo. Convenzionalmente si dice che non è possibile udire suoni di frequenza inferiore a 20 Hz o superiore a 20000 Hz.

Il rumore ambientale normalmente si compone di tante frequenze diverse, che possono essere rappresentate in un grafico detto spettro. Ne esistono di diversi tipo. Quello più utile nelle misure ambientali è il cosiddetto spettro in terzi d'ottava, in cui l'insieme delle frequenze udibili è suddiviso in regioni spaziate tra di loro di un intervallo costante corrispondente all'intervallo musicale di una terza maggiore (cliccando su questo link si può ascoltare un esempio di questi intervalli).

Ciò che viene colloquialmente chiamata "intensità" (o "forza") di un rumore è l'oggetto principale di questo progetto, e vi dedichiamo qualche parola nel paragrafo seguente.

Come si misura l'intensità di un suono?

Quanto è forte un suono? È più forte questo o quel suono? E di quanto? Queste domande corrispondono ad esperienze comuni: quando un'automobile è distante il rumore che fa è più debole, mentre si fa più forte man mano che si avvicina. La percezione dell'intensità sonora, quindi, ci aiuta ad orientarci nello spazio (e a non essere investiti).

Da un punto di vista puramente fisico l'intensità di un suono si può identificare con l'energia per unità di superficie che le onde di pressione ad esso associate (le onde sonore) trasferiscono in un secondo. Tuttavia le operazioni che il nostro apparato uditivo esegue per formare la percezione dell'intensità del suono sono piuttosto complesse e collegare queste sensazioni ad una lettura strumentale non è sempre immediato. Di fatto l'intensità percepita non dipende solo dall'energia sonora trasmessa, ma anche anche da fattori quali lo spettro, e l'andamento temporale del suono stesso.

Abbiamo detto che un rumore corrisponde ad una variazione di pressione dell'aria, quindi, ad esempio, mediante un opportuno microfono opportunamente calibrato, possiamo misurare l'ampiezza massima di questa variazione. La variazione di pressione rispetto alla pressione atmosferica si chiama pressione sonora. In generale si tratta di un valore variabile nel tempo.

Per farsi un'idea, ricordando che la pressione atmosferica standard vale 101325 Pa (pascal, unità di misura internazionale della pressione), il suono di 1000 Hz più debole percepibile dall'orecchio umano corrisponde ad una pressione sonora di soli 0.00002 Pa. Una pressione sonora di 63 Pa è in genere già sufficiente per provocare una sensazione dolorosa all'orecchio. L'intervallo di pressione sonora udibile è quindi piuttosto grande, anche se i suoi valori sono molto piccoli rispetto alla pressione atmosferica.

L'esperienza, però, mostra che se si raddoppia l'ampiezza (cioè la pressione sonora) la sensazione non sarà quella di un rumore due volte più forte. Se un suono produce un certo rumore, per avere una sensazione due volte più forte non bastano due suoni identici, ma ne servono all'incirca 10. Quando i suoni non sono puri e identici tra loro la situazione è più complessa. In termini matematici si dice che la percezione dell'intensità del suono non è direttamente proporzionale all'ampiezza della pressione sonora, ma segue approssimativamente una legge logaritmica.

Per tenere conto del fatto che i valori di pressione spaziano molti ordini di grandezza e simultaneamente ottenere una rappresentazione dell'intensità del suono che assomigli all'intensità percepita si utilizzano le cosiddette scale in decibel.

Il livello di pressione sonora in decibel

Innanzitutto: i decibel (simbolo dB) non sono un'unità di misura. Sono una scala in cui una qualunque grandezza fisica (ad esempio una lunghezza, un tempo, una potenza, ecc. e quindi, in particolare, anche una pressione sonora) può essere rappresentata rispetto ad un valore di riferimento.

Il livello di pressione sonora (spesso abbreviato con L in italiano, con SPL in inglese), è una misura del valore efficace della pressione sonora rispetto ad un valore minimo scelto in modo convenzionale.

Dato un valore misurato p della della pressione sonora efficace espresso in Pa il livello L viene comunemente espresso in dB nel modo seguente:

  1. si sceglie un valore di riferimento fissato della stessa grandezza misurato nella stessa unità di misura (nelle misure ambientali si sceglie la soglia standard di pressione sonora udibile p0= 0.00002 Pa)

  2. si applica la seguente formula

L(dB)=20* log10pp0.

Dalla precedente espressione si deduce, ad esempio, che il livello pari alla pressione p0 è 0 dB, che un valore di p doppio di p0 corrisponde ad un livello di circa +6 dB, un valore mezzo a circa -6 dB, un valore pari a 10 volte p0 corrisponde esattamente a +20 dB.

Attenzione, quindi: una misura espressa in dB non ha un significato assoluto (a differenza del valore espresso nella sua unità di misura nativa). Il valore della scala in dB cambia sia a seconda della grandezza misurata sia del valore di riferimento scelto. A rigore, quindi, queste due informazioni dovrebbero sempre essere riportate assieme alla dicitura dB. Nel caso particolare delle misure di pressione sonora (in aria) il valore è noto, e quindi spesso si omette di riportarlo, ma, specie negli strumenti elettronici, le scale in dB sono invece tarate rispetto al massimo valore supportato dallo strumento, quindi 0 dB corrisponde al massimo, e tutte le altre letture daranno valori negativi.

C'è anche un'altra complicazione: come già accennato, l'orecchio umano non ha la stessa sensibilità a tutte le frequenze, quindi, nel paragonare un valore SPL misurato con la sensazione di "intensità sonora" compariranno delle discrepanze. Per rendere il valore misurato più simile alla sensazione percepita si utilizza una correzione standard detta "pesatura di tipo A". Essa attribuisce un valore più basso alle frequenze vicine agli estremi del campo udibile, che sono quelle per cui l'orecchio ha una sensibilità minore.

La scala dei decibel corretta tramite la pesatura A si indica con la sigla dB(A), anziché semplicemente dB. In alternativa si può usare il simbolo L(A) al posto di L per indicare il livello di pressione sonora così corretto.

Rumore ambientale ed effetti sulla salute

È dimostrato che l'esposizione a livelli di pressione sonora (SPL) superiori a 80 dB(A) per 8 ore al giorno è in grado di indurre danni cronici all'apparato uditivo.

Per questo, la legislazione sulla protezione dei lavoratori prescrive di valutare l'esposizione e prendere provvedimenti quando il livello medio su 8 ore supera gli 80 dB(A). Tale valore medio si dice Livello di Esposizione ed è indicato come Lex,8h. Le prescrizioni per la protezione sono tanto più stringenti quanto più ci si discosta dal valore soglia, calcolato non considerando l'effetto di eventuali dispositivi di protezione individuale (DPI).

Il progresso della tecnologia ha consentito di ridurre l'esposizione al rumore in molti ambienti di lavoro; la moderna industria manifatturiera garantisce, per molte lavorazioni, livelli di esposizione a rumore prossimi a 75 dB(A) permettendo così ai lavoratori di operare senza la necessità di adottare DPI per l'udito.

L'utilizzo di questi dispositivi continua tuttavia a essere indispensabile per alcune lavorazioni intrinsecamente rumorose, tipicamente:

  • carpenteria metallica con uso di martello - 93 dB(A);

  • molatura con utensili elettrici - da 90 a 96 dB(A)

  • molatura con utensili pneumatici - da 93 a 103 dB(A)

In caso di Lex,8h > 85 dB(A) è obbligatoria anche una specifica sorveglianza sanitaria proprio per prevenire eventuali danni. Il rischio è associato al livello misurato con una certa risposta allo spettro, definita dalla curva A, anche per suoni non percepiti come "rumore". Ad esempio gli orchestrali professionisti sono tipicamente esposti al di sopra di 85 dB(A) e pertanto sottoposti a sorveglianza sanitaria.

L'inquinamento acustico

Anche al di sotto di 80 dB(A) il rumore può provocare disturbo soggettivo e, in caso di esposizione cronica, anche danni alla salute, legati essenzialmente all'interferenza con la capacità di concentrazione e di riposo. La legge italiana definisce "inquinamento acustico" "l'introduzione di rumore nell'ambiente abitativo o nell'ambiente esterno tale da provocare fastidio o disturbo al riposo ed alle attività umane, pericolo per la salute umana, deterioramento degli ecosistemi, dei beni materiali, dei monumenti, dell'ambiente abitativo o dell'ambiente esterno o tale da interferire con le legittime fruizioni degli ambienti stessi".

Per prevenirlo, sono definiti specifici livelli di rumore ambientale che devono essere rispettati in funzione della destinazione di una certa area, più restrittivi per gli ambienti che richiedono maggiore tutela. Per esempio:

  • nelle aree residenziali in periodo notturno il rumore misurato all'interno delle abitazioni a 1 m dalla finestra aperta deve essere < 40 dB(A) tra le 22.00 e le 6.00;

  • nelle aree esclusivamente industriali è ammesso un livello di rumore ambientale più alto ma non illimitato, proprio per garantire la tutela dell'ambiente circostante;

  • al di fuori dei luoghi di lavoro il rumore ambientale in zona industriale, valutato come media sulle 24 ore, deve essere comunque < 70 dB(A).

Oltre al livello di rumore in dB(A), è necessario valutare anche l'eventuale presenza di componenti spettrali prevalenti sulle altre e la presenza di eventi sonori impulsivi in quanto particolarmente disturbanti.

Il confronto tra i livelli di rumore ambientali ammessi dai piani comunali di classificazione acustica e la situazione esistente è richiesto dalla normativa prima di realizzare particolari tipologie di insediamenti quali scuole e asili nido, ospedali, case di cura e di riposo, parchi pubblici urbani ed extraurbani, nuovi insediamenti residenziali prossimi a opere infrastrutturali impattanti. Tale confronto è definito "valutazione previsionale di clima acustico".

I rumori dell'ambiente naturale, generati per esempio dal canto degli uccelli, dai corsi d'acqua e dal vento, contribuiscono in queste valutazioni al cosiddetto "rumore residuo", che è necessario valutare in quanto sono definiti limiti anche in relazione al rumore prodotto da una specifica sorgente (livello differenziale). L'insieme dei suoni naturali e artificiali percepibili in un dato ambiente si riassume in un concetto, più ampio del clima acustico, che attiene anche alla percezione del singolo e non è caratterizzabile solo mediante misure strumentali: il concetto di paesaggio sonoro (in inglese di soundscape).

Gli strumenti di misura

Lo strumento di misura dedicato alla misura del livello di pressione sonora si chiama fonometro. Si tratta di uno strumento dotato di specifici circuiti analogici che trattano il segnale in ingresso in tempo reale per permettere di identificare le componenti spettrali e il profilo temporale del rumore. Specifiche norme tecniche definiscono le modalità per individuare le componenti tonali e impulsive

I fonometri memorizzano l'andamento delle componenti spettrali in bande di larghezza pari ad almeno 1/3 d'ottava, e il valore di SPL medio con la possibilità di scegliere la risoluzione temporale : slow = 1 s, fast = 125 ms, impulse = 1 ms.

Cosa si può fare con lo smartphone?

Usare lo smartphone per misurare il livello di pressione sonora comporta diversi vantaggi:

  1. Gli smartphone sono poco ingombranti e diffusissimi;

  2. hanno sempre un microfono integrato, ed hanno grande capacità di memoria e di elaborazione dei dati;

  3. esistono tanti software per la registrazione, manipolazione e analisi del suono. Alcuni di questi sono sviluppati in modo scientificamente rigoroso, ed espressamente pensati per effettuare rilievi ambientali.

Tuttavia ci sono anche diversi problemi tecnici, se li si vuole utilizzare come strumenti di misura:

  1. Gli smartphone non sono equivalenti agli strumenti professionali, in quanto non sono dotati di hardware dedicato specificamente alla misura del livello sonoro, ma, per l'analisi del suono si affidano al trattamento numerico del segnale effettuato via software. Questo passaggio, però, richiede un certo tempo di acquisizione ed elaborazione, il che rende lo smartphone inadeguato ad elaborare variazioni del segnale che avvengono in tempi inferiori al secondo. Ciò non toglie che il valore misurato possa essere alla fine accurato, ma, specie in presenza di eventi sonori rapidi, la misura avrà sempre un'incertezza maggiore rispetto ad un fonometro.

  2. il microfono dello smartphone non è un microfono di misura, ma è pensato sostanzialmente per trasmettere la voce umana, che copre solo un piccolo intervallo di frequenze e di intensità rispetto al rumore ambientale. Il microfono integrato non è in grado di registrare con uguale sensibilità tutti i rumori di origine ambientale;

  3. l'affidabilità del microfono alle diverse frequenze dipende anche molto dalle condizioni dello stesso (pulizia, posizionamento, presenza di ostacoli);

  4. spesso il software degli smartphone autoregola il volume per favorire la comprensibilità nelle telefonate: aumenta il volume automaticamente quando il suono registrato è debole, mentre lo diminuisce quando è troppo forte;

  5. come ogni strumento di misura lo smartphone andrebbe tarato su un valore di riferimento standard prima di essere usato.

Altri riferimenti e approfondimenti

Materiale per approfondimenti è disponibile sul sito fisicaondemusica.unimore.it. In particolare si vedano le seguenti pagine: L'onda sonora, Diversi tipi di rumore, Percezione dell'intensità sonora.