Interviste fatte  all'artista

Intervista a b-hop web magazine del 13 maggio 2015

"Cerco le intime forme nascoste nelle pieghe della materia, come fossero presenze care evocate tra le pieghe della propria anima". Così lo scultore piemontese Guido Roggerispiega come prendono vita le sue opere realizzate in ceramica raku e bronzo. Il raku è una antica e complessa tecnica giapponese che utilizza l'argilla robusta e refrattaria cotta nel forno a temperature altissime e poi decorata con ossidi o smalti.

Roggeri, che crea nel suo laboratorio di Piossasco, in provincia di Torino, tra fiori, piante e montagne, si è formato alla scuola ceramica di Avigliana dal maestro Piero Della Betta. In pochi anni il suo talento artistico ha fatto emergere dal caos creativo decine e decine di sculture che parlano al cuore e all'anima, come nell'intento dell'autore, con una finezza di tocco e una potenza espressiva non comune. I suoi lavori sono contraddistinti dalla fluidità del segno, unita allo slancio dinamico delle forme, il tutto pervaso da una armoniosa sacralità.

"Durante la fase creativa - spiega - nonostante la mente abbia già elaborato un bozzetto dell'opera da realizzare, le possibilità si ampliano a dismisura. La manipolazione crea tavolozze infinite di forme nuove e inaspettate che escono dalle increspature della materia. Da questo intimo contatto con la materia l'opera a poco a poco appare".

Per Roggeri "la vera capacità è quella dell'artigiano che sa mettersi in ascolto della materia. Tanto più questo ascolto è vero e profondo, tanto più può nascere qualcosa che comunemente viene classificato artistico".

Lo scultore ha già esposto in numerose mostre personali e collettive, tra le quali "Paratissima" a Torino nel 2014 e 2013, nella Galleria N.O.A. di Milano nel 2012, alla mostra "La terra del fuoco" nel 2009 e 2010 ad Avigliana.

Nel febbraio 2015 la sua opera "Spegni la tv è stata segnalata durante la prima edizione del premio Antonio Carena di Rivoli.

Attualmente due sue opere  - "Le tre madri" e "L'albero sacro" - sono esposte alla Galleria Art design di Rivoli e altre due  - "Explorer" e e accendi la mente" - sono alla Galleria 20 di Torino.

Link :   http://www.b-hop.it/primo-piano/arte-lo-scultore-guido-roggeri-quando-la-ceramica-raku-parla-allanima/

Questa intervista è stata fatta da Artistar  allo scultore Guido Roggeri nell'ambito della creazione del catalogo della mostra e  dell'evento espositivo connesso ( Milano 07 novembre 2012 ) .                 

                                                                                 

1)Come è nata questa passione e come hai imparato a farlo?

Prima la pittura e poi successivamente la scultura fin da giovane sono sempre stati per me un mezzo espressivo molto importante forse perché li ho sempre sentiti come strumenti efficaci per sublimare le esperienze vissute nel quotidiano.

Lo studio professionale della manipolazione dell'argilla si è realizzata in nove anni di studio presso la scuola ceramica di Avigliana (TO) del Maestro Piero della Betta.

In questi anni oltre ad apprendere le tecniche ceramiche classiche entro in contatto con le antiche alchimie della tecnica Raku.

Ed è proprio in questi anni che porto a maturazione la mia personale ricerca artistica .

2)Cerchi di recuperare tecniche dal passato o continui ad aggiornarti su materiali e strumenti nuovi?

Nella manipolazione della creta abbiamo un patrimonio di esperienza passata da riscoprire e se possibile re interpretare .Un esempio può essere il bucchero una tecnica di riduzione risalente VII secolo a C. E già largamente usata dagli Etruschi.

Così come il Raku altra tecnica antichissima e da me molto amata e che a mio avviso risulta di una modernità stupefacente.

Ma nella scultura di pari passo con la ricerca delle tecniche passate è richiesto anche anche il continuo aggiornamento soprattutto nel campo dei nuovi materiali come per la preparazione dei calchi per le colate dei bronzi o i miglioramenti tecnologici nei forni per le cotture delle argille.

3)Come si potrebbe incentivare la crescita e il mantenimento dell'artigianato artistico?

A mio parere sarebbe sicuramente importante incentivare la creazione di mostre o eventi espositivi importanti che possano permettere ai talenti più giovani di mettersi in luce permettendo così di creare o in alcuni casi di rafforzare veri e propri poli di eccellenza artigiana e artistica un tempo vero e proprio vanto italiano.

4)Qual è la filosofia concettuale alla base delle due creazioni pubblicate sul libro ARTISTAR?

Non so se si può definire una filosofia che accomuna le mie due creazioni pubblicate così come molte altre da me create ma certamente il mio intento è molte volte quello di cercare le intime forme nascoste nelle pieghe della materia così come se fossero presenze care evocate tra le pieghe della propria anima .

5)Da dove trai ispirazione per le tue opere?C'è un legame tra la tua creatività e materiali e le tecniche che utilizzi?

Il materiale è per me sicuramente fonte di ispirazione primaria. Prendiamo per esempio la mia materia prediletta che per antonomasia simboleggia l'atto creativo : la creta.

Talvolta durante la fase creativa , nonostante la mente abbia già elaborato un bozzetto dell'opera che si vuole realizzare, e proprio nella manipolazione che le possibilità si ampliano a dismisura creando tavolozze infinite di forme nuove e inaspettate che escono dalle increspature della materia .

E dall'intimo contatto con la materia che l'opera a poco a poco prende forma o meglio appare.

Forse la vera capacità sta nell'essere un buon artigiano che sa mettersi in ascolto della materia .

E quanto più questo ascolto e vero e profondo tanto più può far nascere qualcosa che comunemente e classificato come artistico.

6)Credi che iniziative come il libro ARTISTAR possano aiutare a mantenere vivo questo settore?

Questa sicuramente è un'iniziativa utile e lodevole per mettere in contatto il mondo degli architetti di interni e in generale un più vasto pubblico con realtà artigiane e artistiche talvolta poco conosciute .

7)Concludendo, daresti una tua definizione di cos'è e cosa rappresenta per te il mondo dell'artigianato artistico e perché bisogna salvaguardarlo?

Artigianato artistico è sinonimo di fare con un alto grado di passione , vuol dire seguire una strada magari impervia ma tracciata dal cuore piuttosto che una tracciata da sole logiche di mercato .

L'artigianato artistico grazie alle forti radici che la ancorano al passato non teme di sognare futuri possibili e con essi le sfide che lo attendono .

L'artigianato artistico va salvaguardato perché è un fervente serbatoio di idee

e di visioni talvolta particolari ma sempre propositive e coraggiose e che talvolta ci costringono a cambiare i nostri punti di vista consolidati ,una vera e propria linfa per la mente e per lo spirito.

Molte grosse realtà produttive italiane rinomate nel mondo molte volte sono nate da piccoli ma appassionati artigiani del bello .Salvaguardare l'artigianato artistico così come le arti in generale vuol dire tenere vivo lo spirito del passato e del futuro di una nazione .