Per il 25 aprile 2+24

Ospite non gradito

Spettabile Associazione Nazionale Partigiani Italiani,

il sottoscritto, anziano antifascista, unitamente a Compagni convinti assertori del medesimo ideale, in ragione dell’inedita fase storica in atto ha ritenuto di elaborare un documento da porre alla Vostra attenzione affinché, ove valutato, possiate adottare una conseguente posizione ufficiale in merito alla problematica sollevata, di non secondario momento.

Nel massimo rispetto del ruolo e della responsabilità che Vi compete e fatta salva la discrezionalità legittimamente spettanteVi, sinceramente auspichiamo che quanto esposto possa suscitare adeguata riflessione preoccupati, come chiunque abbia a cuore determinati valori, di veder insolentita dalla presenza di estranei a quei valori, la giornata più significativa dell’anno.

Vi siamo grati dell’attenzione che riterrete di accordare al nostro accorato messaggio, certi di rivolgerci a chi è in grado di comprendere.

Con viva cordialità

Enzo Barone


All’ ANPI – MILANO

All’ ANPI NAZIONALE

riteniamo inevitabile inviarvi questa elaborata riflessione, sebbene non inedita, resa urgente in ragione

dell’attuale drammatico scenario internazionale, con espresso riferimento al genocidio in atto ai danni del

popolo palestinese e la portata del termine deriva la sua forza dall’autorevolezza della fonte che lo ritiene

plausibile. Il XXV Aprile per gli taliani antifascisti rappresenta l’essenza dei valori che ci accomunano, vale a

dire la libertà dall’oppressione nazifascista conquistata grazie alla lotta ed al sacrificio dei partigiani, mai inclini

a soggiacere al terrore.

La Resistenza, quindi, contro un modello di società ingiusto, ineguale, abominevole e la volontà di costruire,

insieme, un mondo ispirato a principi di solidarietà, eguaglianza, giustizia, senza padroni, liberi tra uguali;

valori universali fatti propri dalle coscienze che impongono, oggi più che mai, di scendere in piazza a

manifestare l’orgoglio di chi si sente di appartenere alla razza umana, senza distinzione di etnie, credo

religioso, colore della pelle, ceto sociale; uniti dal senso di giustizia e dalla presa di posizione a favore di tutti

i popoli oppressi.

In tale contesto e con simili premesse, per decenza, non può essere annoverato Israele e tollerata la presenza

alle manifestazioni indette per rinnovare la portata del valore della Resistenza di coloro i quali, anche

indirettamente, propagandano la loro affinità ad un Governo il cui scopo dichiarato è quello di annientare un

altro popolo, annettendosi la sua terra di appartenenza.

Israele si raffigura come l’essenza della negazione di ogni idealità legata al senso di Giustizia (sociale e legale)

-di Libertà-Uguaglianza-Rispetto altrui- Umanità.

Sfruttando l’antecedente storico della Dichiarazione Balfour del novembre 1917 David Ben Gurion, presidente

dell’Agenzia ebraica e leader dell’Organizzazione sionista, il 14 maggio 1948, unilateralmente, proclamò la

nascita dello Stato di Israele, senza nessuna indicazione dei suoi confini, viatico di futura espansione oltre la

linea di partizione sancita dalla Risoluzione ONU n. 181 del novembre ’47.

Nella Dichiarazione di fondazione si legge, tra l’altro:” Questo riconoscimento del diritto del popolo ebraico a

fondare il proprio Stato è irrevocabile. Questo diritto è il diritto naturale del popolo ebraico ad essere

indipendente nel proprio Stato sovrano. Facciamo appello al popolo ebraico, ovunque nella Diaspora, affinché

si raccolga intorno alla comunità ebraica di Eretz Israel e la sostenga nello sforzo dell’immigrazione e della

costruzione e la assista nella grande impresa per la realizzazione dell’antica aspirazione: la redenzione di

Israele”.

Il richiamo contenuto nella Dichiarazione all’elaborazione di Theodor Herzl “precursore di una concezione

dello Stato ebraico” esplicita la filosofia connessa allo svilupparsi del paradigma rappresentato dal principio

sionista che tutto regola, tutto uniforma.

La logica sionista di eliminazione dei nativi, tradotta nello slogan del massimo della terra con il minimo dei

palestinesi, si è storicamente manifestata attraverso diverse forme: la creazione di un insediamento ebraico

separato ed esclusivo durante il periodo del Mandato britannico sulla Palestina, l’espulsione di massa e manu

militari dei nativi dalla terra nel 1948 e nel 1967, le forme odierne di pulizia etnica strisciante, le politiche di

memoricidio, la distinzione tra cittadinanza israeliana e nazionalità ebraica (lo Stato appartiene solamente

alla nazione ebraica) che relega i cittadini non ebrei ad uno status di seconda classe. E poi la

separazione/segregazione legale, fisica e spaziale (dai cantoni in Cisgiordania al campo di concentramento di

Gaza) le politiche di de-sviluppo economico, la retorica e le pratiche discriminatorie e disumanizzanti, la

negazione del diritto al ritorno dei profughi e la soppressione brutale di ogni forma di resistenza, soltanto per

citarne alcune (tratto da “Il Ponte-genn/febb.2020 Enrico Bartolomei).

Sul punto: diritto al ritorno per i rifugiati palestinesi (persone di origine araba, compresi i discendenti,

costrette ad abbandonare le proprie abitazioni durante la Nakba e successivamente nel 1967) già nel ’48 le

Nazioni Unite con la risoluzione 194 statuirono: “i rifugiati che intendono tornare alle proprie case e vivere in

pace con i loro vicini dovrebbero poterlo fare nel più breve tempo possibile ”. Israele ha impedito che ciò

potesse realizzarsi mediante normative ad hoc, vedasi “la legge sulla nazionalità israeliana” (14 luglio 1953)

volta a proibire ai 750.000 palestinesi con cittadinanza e passaporto della Palestina mandataria fuori dal

territorio dello Stato, di far domanda di cittadinanza; la confisca e la vendita delle loro proprietà, l’inibizione

al ritorno, come da espresso dettato di legge: “The Prevention of Infiltration (1954)” mirante a criminalizzare

il rimpatrio dei rifugiati palestinesi autorizzandone l’arresto ed, eventualmente, la nuova espulsione.

La contraddizione in termini insita nella definizione di Israele come Stato ebraico e democratico trova la sua

più palese conferma nel momento in cui la Knesset, spudoratamente, svela l’intrinseca natura del relativo

Governo quale Entità etnica votata all’apartheid emettendo, il 19 luglio 2018 la “Legge fondamentale: Israele

-Stato nazione del popolo ebraico”, legge che và ad aggiungersi alle precedenti 13 “fondamentali” aventi

funzione di Costituzione non scritta.

Una terra proclamata “patria storica del popolo ebraico” (ove per popolo si intende anche quello presente in

tutto il mondo, già giovato della “legge del Ritorno” che automaticamente garantisce il diritto di cittadinanza)

ed Israele “Stato-nazione esclusivo del popolo ebraico in cui esso soddisfa il suo diritto naturale, culturale,

religioso e storico all’autodeterminazione” principio valido esclusivamente per il popolo ebraico.

Libero di operare, finanziato, armato e protetto dal diritto di veto costantemente azionato dall’alleato

nordamericano (unica eccezione l’astensione alla delibera del Cons.di Sicurezza ONU n.2334 del dicembre

2016, approvata con 14 voti su 15, quando viene chiesto ad Israele di porre fine alla politica di insediamenti

a decorrere dal ’67 e che non sarà riconosciuta alcuna modifica ai confini da quella data) lo Stato ebraico

persevera nella sua condotta criminale, ammantandola di legalità e dichiarandosi vittima piuttosto che

carnefice; fulgido esempio il ricorso all’accusa di antisemitismo forte della definizione dell’IHRA.

L’International Holocaust Remembrance Alliance (IHRA )è un’organizzazione intergovernativa composta da

34 Stati membri, maggiormente europei tra cui l’Italia ma anche Stati Uniti e persino Israele, un Paese di

collegamento e sette Paesi Osservatori.

Giusto per puntualizzare si osserva che nel 1975(!) l’Assemblea Generale dell’ONU-il più autorevole degli

Organi deliberanti- mediante la Risoluzione n.3379 affermava essere il sionismo una forma di razzismo e

discriminazione razziale; successivamente ed è il segno dei tempi di un mondo capovolto ma non per i motivi

deliranti di tale Vannacci, nel 2005, sul sito web dell’Agenzia dell’Unione europea viene pubblicata la

definizione di antisemitismo, intesa come documento di discussione., in realtà mai adottata e rimossa dal sito

nel 2013. Ciò nonostante nel 2016 viene riproposta dall’IHRA che insiste ad affermare, mentendo, che

definizione ed esempi sono stati accolti.

Malauguratamente sono molteplici gli esempi di come lo Stato ebraico si avvalga di simile cortina fumogena

per rendersi latitante rispetto ai suoi ininterrotti misfatti, condotta perseguita senza soluzione di continuità

sino ad oggi; tra le altre piace ricordare una circostanza ripetutasi con le medesime modalità nel corso degli

anni: il 2 marzo 2021 la procuratrice capo della Corte Penale Internazionale Fatou Bensouda confermava

l’avvio di una indagine formale sui crimini di guerra in Palestina, imputato il primo ministro israeliano; questi

replicava definendo le indagini “essenza dell’antisemitismo”.

Il 27 gennaio 2020 l’Italia ha adottato ufficialmente la definizione dell’IHRA tra il plauso delle Comunità

ebraiche, in primis Noemi Di Segni presidentessa UCEI “Il governo italiano scrive una pagina fondamentale

nella lotta all’odio anti-ebraico in ogni sua forma, compresa quella particolarmente insidiosa di chi mina alla

legittimità di Israele di esistere e di difendersi”.

“Il sionismo in Italia è oggi parte integrante della cultura dominante occidentale e non dovrebbe sorprendere

considerato che è un movimento politico che trova le sue radici nella pratica e nei concetti tutti europei di

colonialismo e nazionalismo. Il caso dell’IHRA dimostra come la politica istituzionale occidentale sia in larga 

parte sostenitrice del sionismo e, conseguentemente, causa del problema” ( da Apartheid in Palestina-

Gabriele Traetta - ed. Derive e Approdi).

La pubblicità, manifesta ed accolta supinamente, da parte degli esperti di pubbliche relazioni dello Stato

ebraico per trasmettere un messaggio vittimistico pur in un contesto che, oggettivamente, non si presta ad

interpretazioni di sorta su chi sia l’omicida e chi il perseguitato, trasmette una narrazione che trova il suo

presupposto secondo cui ...Israele ha diritto a difendersi.

Dolosamente, prescinde completamente tale “dogma di fede” dalla realtà storica densa di sopruso, furto,

deportazione, stragi, detenzioni senza processo o Tribunali militari che erogano quintali di ergastoli a chi

resiste, prigionieri sapientemente torturati, discriminazione, oppressione, muro di separazione, cheek-point,

incursioni, umiliazioni, controllo di ogni momento della vita altrui, ingannevole presenza a falsi processi di

pace, ipocrisia a piene mani, sbeffeggiamenti propri della prepotenza del padrone, assedio e beneplacito

internazionale allo status quo che prevede colonialismo di insediamento, annessione, occupazione

permanente.

Malvagiamente, a fronte di un massacro in atto che, ad avviso dei Giudici della più alta giurisdizione in carica,

vale a dire la Corte Internazionale di Giustizia, risulta avere tutti i presupposti per essere potenzialmente

definito quale genocidio, indifferente ad ogni moralità di sorta, lo Stato ebraico prosegue imperterrito nel suo

crimine, sbeffeggiando qualsiasi Organo di Giustizia, violentando ogni senso di umanità, confermandosi quale

entità terrorista, fuorilegge, in preda a deliri messianici.

Israele nei propri esponenti istituzionali invoca la bomba atomica (quindi ne è ufficialmente ammesso il

possesso!) sui milioni di palestinesi imprigionati a Gaza, definiti animali umani, tutti colpevoli perché terroristi,

da massacrare senza pietà perché la pietà appartiene agli esseri umani. Viene comunicato loro di evacuare,

di recarsi in un luogo sicuro tanto da essere fucilati in loco una volta recativisi. Vengono distrutti ospedali

coinvolgendo chiunque vi si trovi, non vengono risparmiati malati, vecchi, donne, bambini, si mira a

qualunque “cosa” si muova. Vale solamente il giornalismo “embedded” tanto che quelli in loco, nell’esercizio

delle loro funzioni, vengono deliberatamente eliminati; nessuna testimonianza delle atrocità compiute

dall’esercito più morale del mondo deve uscire dai confini.

Israele ha diritto di difendersi perché lo stato di belligeranza è sorto il 7 ottobre 2023, sino al giorno prima i

palestinesi erano liberi e felici godendo di autonomia, risorse futuro roseo. Questa narrazione fatta propria

da politici, sedicenti intellettuali, la gran massa degli organi di (dis)informazione e TUTTI i rappresentanti delle

Comunità ebraiche aiuta a comprendere chi ci circonda ed a diffidare.

Esiste una netta contrapposizione tra chi si posiziona dalla parte degli ultimi, degli oppressi, di chi lotta per

la propria e l’altrui emancipazione, chi resiste universalmente e come tale vive la giornata del XXV Aprile nel

suo significato più autentico e chi ha scelto di schierarsi nelle fila dell’illegalità immemore di quanto subito,

chi la Resistenza la reprime, chi disdegna ogni principio di solidarietà, chi ritiene che le vite dei prigionieri in

mano ai partigiani palestinesi valgano di più di quelle dei prigionieri segregati dai sionisti, chi apprezza i blocchi

stradali per impedire i rifornimenti di cibo ai due milioni di palestinesi volendoli vedere morire di fame e di

stenti perché comunque colpevoli.

Anche se vi credete assolti siete comunque coinvolti.

Chi sottoscrive questo appello auspica di toccare corde sensibili e perciò si rivolge all’ espressione della

Resistenza partigiana italiana esortando a persuadere coloro i quali, inopinatamente, intendono partecipare

alle manifestazioni del XXV Aprile sotto smentite spoglie-Brigata ebraica- di fatto identificandosi, nei gesti e

nelle parole quali “Amici di Israele” ad evitare una presenza che, mai come in questa occasione, potrebbe

essere intesa come insensato gesto di provocazione.

“Il sapere non è fatto per comprendere ma per prendere posizione” (M.Foucault)

“L’ingiustizia che si verifica in qualsiasi luogo è una minaccia per la giustizia ovunque” (M. Luther King)

Enzo Barone

Renata Chiari

Rodolfo Greco

Alessandra Maneschi


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


Milano. E ci stiamo cadendo (quasi) tutti... 

È diventata l'ennesima falsa contrapposizione tra "destra e sinistra", l'ennesima distrazione mediatica e politica di massa pur di non parlare veramente del 25 aprile e del suo significato attuale. Scurati sta denunciando la collaborazione militare e accademica con Israele? Non lo sentiremo parlare del corteo del 25 aprile, dove plausibilmente, sfileranno bandiere ucraine e israeliane insieme. 

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-la_trappola_per_annullare_il_significato_attualissimo_del_25_aprile/39130_54243/ 


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


Si avvicina il 25 aprile

Al Presidente nazionale ANPI Gianfranco Pagliarulo

Al Presidente provinciale ANPI Primo Minelli

Alcuni quotidiani, come il Corriere della Sera del 4 marzo, già hanno iniziato a dissertare su cosa potrà succedere nel corteo milanese. Il Fatto quotidiano del 9 marzo riporta un lungo articolo del Presidente nazionale Gianfranco Pagliarulo. Il Corriere della sera del 17 marzo pubblica una intervista al nuovo Presidente provinciale Primo Minelli. Il quotidiano Il Manifesto convoca per una grande manifestazione che ricordi quella del 1994. Il Corriere della sera del 29 marzo torna sul 25 aprile e sulla Brigata ebraica. Il Corriere della sera del 3 aprile riporta alcune dichiarazioni di Davide Romano, direttore del museo della Brigata ebraica, secondo cui “ E’ necessario chiarire subito che non c’è spazio nel corteo per chi attacca ex deportati e nega pagine della Resistenza ebraica”.

Eppure la questione è semplice. Noi antisionisti abbiamo sempre pubblicamente elogiato gli ebrei che hanno combattuto nella Resistenza. Nel volantino diffuso negli scorsi anni, tra l’altro, si legge: “Gli ebrei già combattevano contro i nazifascisti dall’agosto 1942 inquadrati nel Palestine Regiment insieme agli altri Palestinesi di diversa religione. Altri ebrei già combattevano nelle formazioni partigiane, soprattutto “ Giustizia e Libertà” e “ Garibaldi”. Oltre 1000 ebrei ebbero il certificato di “partigiano combattente”, oltre 100 furono i caduti. A tutti questi ebrei combattenti per la libertà va il nostro plauso e la nostra gratitudine!!” La presenza degli “Amici di Israele” attraverso la Brigata ebraica con le bandiere di Israele è sempre stata osteggiata perché, per esplicita dichiarazione degli “Amici di Israele”, la loro presenza nel corteo voleva essere strumento di propaganda del sionismo. Ecco cosa scrivono nel loro sito: ”stanchi di partecipare circondati da bandiere palestinesi… e per non farci annoverare tra la massa dei manifestanti antiamericani o antiisraeliani…” decidono di sfilare con la Brigata ebraica come passaggio di un percorso che deve portare allo “sdoganamento del sionismo. Crediamo, infatti, importante spiegare agli italiani che il sionismo è un ideale alto, nobile e giusto”.

Il vero volto del sionismo è ora sotto gli occhi di tutti: stragi, massacri, carneficine, genocidio, scegliete voi il termine che più vi aggrada ma il risultato non cambia: donne, vecchi e bambini trucidati, affamati, bombardati nell’evidente tentativo di espulsione dalla loro terra. Una seconda Nakba sotto gli occhi di tutti.

La presenza degli “Amici di Israele” con le bandiere di Israele, quest’anno più che mai, rappresenterebbe un oltraggio ai valori della Resistenza. La Brigata ebraica altro non è che il grimaldello che consente la penetrazione sionista nel corteo. Non a caso le bandiere presenti sono quelle di Israele e non quelle della Brigata, molto diverse tra loro: strisce orizzontali con stella di David azzurra per lo Stato; strisce verticali con stella di David gialla per la Brigata (come nello striscione). Non a caso con la Brigata sfileranno molti esponenti politici della destra, come preannunciato nelle interviste sul Corriere della sera del 29 marzo.

Se esponenti del “Laboratorio ebraico antirazzista” o altri ebrei/e vorranno essere presenti con uno striscione che ricordi il ruolo degli ebrei nella Resistenza saranno benvenuti così come negli anni passati sono stati benvenuti ebrei/e della rete “Ebrei contro l’occupazione”.

Dal 2018 Israele è una etnocrazia/teocrazia anche per legge. L’articolo 1 della legge sullo Stato nazione discrimina i non ebrei e legalizza l’apartheid che è un crimine contro l’umanità; l’articolo 7 che valorizza la diffusione delle colonie legalizza la colonizzazione che è un crimine di guerra. Crimini diventano valori! I valori della lotta partigiana sono stati trasfusi nella Costituzione e sono antitetici a quelli praticati e ora anche codificati da Israele. Confidiamo, pertanto, che quest’anno le bandiere dello Stato sotto processo per genocidio avanti al massimo organo giurisdizionale del mondo non offendano il ricordo della nostra Resistenza.

Milano, 6 aprile 2024

Ugo Giannangeli


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


A tutti noi che celebriamo la giornata della liberazione… 

… Da un po’ di tempo a questa parte è difficile iniziare la giornata con un sorriso, perchè se fin dalla nascita ci è stato insegnato che per comprendere la realtà che ci circonda è necessario seguire un punto di vista, analizzare dinamiche e fenomeni, documentarsi, cogliere gli spunti, per poi porsi la domanda “dove stiamo andando, quale futuro?”, dopo più di 175 giorni di bombardamenti continui su Gaza, forse l’interrogativo migliore è “siamo ancora umani?” Già, perché la memoria “corta” ha fatto dimenticare ad alcuni che tutto è cominciato non nell'autunno 2023, ma  dal 14 maggio 1948 (senza contare i 25 anni di occupazione coloniale inglese) quando, violando apertamente le decisioni delle Nazioni Unite, il leader sionista Ben Gurion proclamava unilateralmente la nascita dello stato di Israele, su confini molto più vasti di quelli previsti dall'ONU stesso, impedendo così che, sul territorio della Palestina, si insediasse quella commissione internazionale che avrebbe dovuto garantire la nascita di entrambi gli stati ed i relativi confini. Dal giorno successivo - il 15 maggio, ricordato dal popolo palestinese come il giorno della Nakba (la catastrofe) - la Palestina è scomparsa dalle carte geografiche e un popolo che aveva mantenuto la sua identità per secoli, pur nella colonizzazione romana, bizantina, araba, ottomana e britannica, è diventato un popolo profugo anche nella sua stessa terra. In questi anni la colonizzazione si è estesa oltre i confini arbitrariamente conquistati nel 1948, caratterizzando lo stato come un'entità senza alcuna carta costituzionale e senza confini fissi e rivendicando un territorio che va dal Nilo all'Eufrate. La Resistenza palestinese, in tutte le sue forme, nasce quindi con la cacciata del popolo di Palestina ed una parte consistente della “società democratica” italiana, che ogni anno celebra la liberazione dall'occupazione nazista e dal fascismo, sembra ignorare sia il diritto del popolo palestinese di resistere ad una colonizzazione straniera, sia che lo Stato sionista pratica un'apartheid di tipo razziale e religioso, che discrimina i suoi cittadini di lingua araba. Peggio ancora, non vede il muro che i sionisti hanno costruito in Palestina per spezzare ogni possibilità di movimento, ma neppure le migliaia di prigionieri politici palestinesi, anche bambini, incarcerati senza accusa né processo. (la famosa detenzione amministrativa eredità del colonialismo inglese) Purtroppo non si tratta solo di ignoranza, spesso si tratta di connivenza e complicità ed ha un nome: “revisionismo storico”, una malattia che ha portato alcuni a considerare solo dei "poveri ragazzi" coloro che nel '43 si schierarono a fianco dell'oppressore, altri a ritenere che è giunta l'ora della “pacificazione” confondendo la pace con la rimozione della memoria. Una spiegazione per arrivare, come si diceva all’inizio a comprendere la realtà che ci circonda, per contestualizzare i fenomeni e sapere da cosa derivano le relative reazioni. Se non bastano 32.623 morti tra la popolazione palestinese della sola striscia di Gaza in gran parte donne e bambini, né i 75.092 feriti (da fonti del Ministero della Salute di Gaza al 29/3/2024), né i 374 del personale sanitario, né i 165 fra il personale ONU, né i 95 giornalisti, né che in quattro mesi gli sfollati interni a Gaza rasentano già i due milioni, allora cosa occorre per capire che siamo di fronte ad un genocidio ?? Sempre più spesso qualcuno sostiene che nei cortei serpeggia l’antisemitismo, ma cosa vi scandalizza, cosa vi preoccupa, nel nostro denunciare una realtà umanamente vergognosa? Di chi è la vergogna? Forse nei cortei si grida con tutta la voce che si ha in corpo perché si vive anche la frustrazione dell’impotenza, acuita da una informazione inesistente e soprattutto di parte, ma almeno è una reazione viva, sicuramente non dettata da interessi economici … come quelli di chi già si sfrega le mani per accaparrarsi qualche briciola di ricostruzione, come dopo ogni catastrofe, terremoto, od altro. Nella nostra testa e nel nostro cuore ci sono le parole di alcuni prigionieri palestinesi di lunga data, scritte durante uno dei tanti scioperi della fame contro le terribili condizioni di non vita nelle carceri israeliane: “Continuiamo la nostra battaglia ispirati dal fatto che l’uomo ha energia illimitata della quale viene utilizzata solo una piccola parte, ma ne usa il latente quando è esposto al pericolo. E qui sta il segreto che l’uomo può essere distrutto e non sconfitto. Siamo anche ispirati dal fatto che la libertà costa più della morte e richiede che l’uomo le dedichi tutti i suoi momenti e forze.” Vogliamo rileggere le lettere dei partigiani che hanno combattuto contro il nazifascismo? Forse troveremo frasi simili, anche più incisive ed è per questo che oggi siamo al fianco di chi si oppone a tutto lo scempio che abbiamo davanti per la liberazione della Palestina, dove un esercito super agguerrito (il 4° stato più armato del mondo) attacca una popolazione, ma anche per la nostra liberazione … da tutte le menzogne propagandistiche, dalla povertà che avanza, dalla crisi che porta a condizioni di lavoro prive di sicurezza, alla riduzione dei salari, alla privatizzazione di scuola, sanità, servizi pubblici mentre l’unica cosa che cresce è il profitto, il controllo sociale e la repressione. L’esperienza della Resistenza in Italia (molti di noi sono i figli, i nipoti, i bisnipoti di quelli che furono i combattenti per la libertà e non certo per questo schifo che abbiamo davanti) dovrebbe aver insegnato che non è possibile accettare tutto quello che il nemico interno ed esterno dice; come quando venivano etichettati gli eccidi di massa come “reazione/rappresaglia” alle operazioni partigiane, oppure quando appendevano ai corpi dei partigiani impiccati cartelli con scritto “Actung banditen”. Non si possono usare due pesi e due misure: scandalizzarsi perché i palestinesi si rifiutano di morire in silenzio o di sottostare all’umiliazione quotidiana magari accontentandosi del nostro 5 per mille, e criminalizzandoli quando oltre che con le pietre rispondono all’enorme armamentario di morte utilizzato quotidianamente contro di loro, con strumenti più potenti delle pietre stesse?? Ma avete mai guardato quegli occhi, quei visi, toccato quelle mani … no già loro sono tutti terroristi!. Invece Ben Gurion che viene chiamato “ Padre fondatore d’Israele” perché unì le diverse milizie, queste si terroristiche, come l'Hagana, l'Irgun, la Banda Stern costituendo le forze militari israeliane responsabili durante la Nakba dell’uccisione di migliaia di palestinesi, dell’espulsione di oltre 700.000 palestinesi e della distruzione di 500 villaggi. Lui che nel 1948 svolse una funzione da leader e che molto esplicitamente indicò allo stato maggiore militare come trattare gli abitanti autoctoni .”Dobbiamo usare il terrore, l’assassinio, l’intimidazione, la confisca delle terre e l’eliminazione di ogni servizio sociale per liberare la Galilea dalla sua popolazione araba. Nel nostro paese c’è posto solo per gli ebrei. Diremo agli arabi spostatevi.” Lui quindi che cos’è?? Oppure Menachem Begin che, giunto in Palestina nel 1942, diserta dall’armata polacca e aderisce all’Irgun (gruppo paramilitare terroristico) del quale in breve tempo diventa il leader ed organizza vari attentati contro militari britannici, culminati con la bomba nel King David Hotel con novanta morti e l’assalto alla prigione di Acri e si rende responsabile del massacro di Deir Yassin il 9 aprile del 1948 con 200 morti, la distruzione del villaggio e l’espulsione dei sopravvissuti. Lui quindi che cos’è??  Solo un Primo ministro israeliano! Di cose da dire ce ne sono ancora tante, ma quello che manca ora è il perché di questa lunga missiva. Siamo arrivati in Aprile, un mese che ci ricorda la lotta partigiana di tanti giovani uomini e donne, l’insurrezione delle città del nord Italia, lo sventolio delle bandiere rosse… e le grandi manifestazioni nella giornata del 25 aprile con tanti giovani a fianco di chi aveva combattuto il fascismo, o il passo stanco degli ex deportati nei campi di concentramento nazisti e nostrani che sfilano fra gli applausi. Da qualche anno purtroppo anche nella città di Milano abbiamo dovuto assistere ad alcune presenze scomode: “Gli amici di Israele” che facendo finta di sfilare con la bandiera della “brigata ebraica” in realtà si portano quella sionista. Alla luce di tutto quello che è stato scritto e con il cuore comunque in tumulto quello su cui vorremmo porre l’attenzione è il continuo invocare strumentalmente la democrazia o il diritto di tutti a partecipare … volendo dimenticare che il 25 Aprile è il momento in cui si rinnova la memoria della Resistenza. Ci chiediamo se nelle manifestazioni di quella giornata si possa veder sventolare le bandiere di uno stato occupante ed oppressore quando negli occhi tutti abbiamo le pile di cadaveri, le case sventrate, le ruspe che passano sopra i corpi o i bimbi che tremano per la paura? Ilan Pappè (storico ebreo nato ad Haifa e che ora vive in esilio) dedica il suo libro “La prigione più grande del mondo”: “Ai bambini palestinesi , uccisi, feriti e traumatizzati dal vivere nella più grande prigione del mondo” … cioè la Palestina. Nel riferirsi a tutte le voci fuori dal coro, si accusa di antisemitismo: ma attenzione a non confondere:  tutti noi siamo antisionisti; l’abbiamo sempre ripetuto a gran voce, non antisemiti e tra l’altro i palestinesi, spesso si dimentica, sono anche essi semiti. Come spesso negli anni hanno scritto anche dei giornalisti israeliani fino a quando lo Stato di Israele sfrutterà l’Olocausto degli ebrei (e non a caso nessuno ricorda mai lo sterminio dei rom, dei sinti  e delle popolazioni slave, gli altri “untermenschen” dei nazisti che fanno il paio con gli “animali umani”, epiteto con cui  Israele definisce i palestinesi) come scusa per portare avanti il suo – prima lento, oggi velocissimo – piano di deportazione e pulizia etnica della Palestina? Fino a quando gli “amici” occidentali di Israele, a cui l’Italia è legata da forti interessi materiali e politici, useranno la stessa scusa? Il senso di tutte queste parole è che la presenza al corteo del 25 aprile dei sionisti in qualsiasi forma mascherati (da Amici di Israele – da Brigata Ebraica od altro) può essere solo una provocazione, un’inaccettabile vergogna di veder sfilare chi oggi rappresenta nella realtà un movimento coloniale che occupa, segrega, reprime ed uccide un intero popolo: i palestinesi. Sappiamo che farete comunque a modo vostro, che ci chiamerete antisemiti, che griderete allo scandalo e invocherete una dura repressione: in realtà quello che manca è solo il coraggio e la dignità di non essere indifferenti o peggio ancora servi. 

Milano, 2 Aprile 2024

Panetteria Occupata


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


PER UN 25 APRILE CON LA PALESTINA, PIAZZA DUOMO ORE 13.30 

La resistenza non è soltanto memoria, ma è oggi. Palestina libera! 

Leggi la chiamata in piazza dei GIOVANI PALESTINESI 🇵🇸

https://www.instagram.com/p/C6GH6KlsXT_/?igsh=MWZqeHJnbTU0d3Rwaw==


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


CONTESTAZIONE

[...] A Milano, una ristretta minoranza di persone, una ristretta cricca costituita dai vertici del Pd, +Europa, Azione, Italia viva e la comunità sionista, vuole imporsi alla testa del corteo e imporre i loro vessilli: quelli dello Stato sionista d’Israele che conduce il genocidio del popolo palestinese, quelli della Nato e quelli della Ue.

[...] Coerentemente con il percorso iniziato nel 2022 e proseguito nel 2023, anche nel 2024 rigettiamo l’idea di lasciare le celebrazioni del 25 Aprile in mano a quella ristretta cerchia di provocatori e di sciacalli.

Rigettiamo l’idea di lasciare loro la possibilità di una sfilata che – letteralmente – è uno sfregio alla storia della Resistenza, ai partigiani, agli antifascisti di questo paese e ai resistenti di ogni tempo e di ogni paese.

Con la necessaria determinazione a mettere in atto tutte le iniziative adeguate a isolare i provocatori e gli usurpatori del 25 Aprile, ma anche con la serenità di chi è consapevole di essere parte della grande maggioranza di coloro che riempiranno quella piazza:

– sottoscriviamo e sosteniamo l’appello lanciato dai giovani Palestinesi per un ritrovo in Piazza Duomo alle h 13:30. è la legittima iniziativa per garantire che in Piazza Duomo – che è il “cuore” della manifestazione – sventolino migliaia di bandiere palestinesi contrariamente a quanto disposto dal comitato organizzatore che voleva relegare le bandiere della Palestina alla coda del corteo per “non disturbare” i promotori del genocidio in corso in Palestina, che sfileranno alla testa;

– diamo appuntamento in C.so Venezia, all’altezza del civico 16, alle h 12:30 – dietro lo striscione “per una nuova liberazione nazionale dalla Nato, dai sionisti e dalla Ue” – a tutti coloro che non vogliono rinunciare al corteo e vogliono isolare i provocatori e gli usurpatori. Saremo parte di un più ampio spezzone antifascista, antimperialista, unitario e plurale;

– sosteniamo – politicamente, moralmente e dove possibile anche praticamente – tutte le iniziative finalizzate a isolare e cacciare usurpatori e provocatori e a riaffermare i valori e il contenuto della Resistenza.

https://www.CARC.it/2024/04/23/per-una-nuova-liberazione-25-aprile-a-milano/


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


25 APRILE 2024 LIBERAZIONE O GENOCIDIO? 

GIOVEDI 25 APRILE ORE 14 via Palestro - Spezzone Palestinese -

Contro l'occupazione sionista!

Contro il GENOCIDIO e la PULIZIA ETNICA!

Per una vera PACE!

Per il diritto all'ESISTENZA, alla RESISTENZA, al RITORNO DEI PROFUGHI

Per il diritto alla LIBERA AUTODETERMINAZIONE del POPOLO PALESTINESE.

https://www.csavittoria.org/it/csa-VITTORIA/25-aprile-2024-liberazione-o-genocidio 


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


IL 25 APRILE DENUNCIAMO IL NEMICO CHE FOMENTA LA GUERRA

L’antifascismo è attaccato e offeso da decenni di revisionismo storico e di pratiche opportuniste che hanno portato il Parlamento europeo e la gran parte dei partiti attuali a porre sullo stesso piano nazifascismo e comunismo. Ieri come oggi, il fascismo è sempre stato uno strumento dei padroni per costringere i lavoratori ad accettare sacrifici e perdite dei propri diritti; ha sempre sostenuto la guerra; ha negato le libertà degli altri popoli e nazioni, fomentando nazionalismo, xenofobia e razzismo. 

Siamo convinti che oggi la lotta contro il fascismo in Italia passi non solo dall’opposizione al governo Meloni, responsabile (come i precedenti governi di centrodestra e centrosinistra) del peggioramento delle condizioni di vita popolari, ma si concretizzi nell’opposizione alle politiche imperialiste criminali della NATO, dell’UE, che supportano i regimi autoritari del filonazista Zelensky in Ucraina e del sionista Netanyahu in Israele. 

Le élite occidentali, incluso il grande padronato italiano, hanno creato i presupposti della guerra in Ucraina dopo averla alimentata in ogni parte del mondo fin dal periodo immediatamente successivo alla Seconda guerra mondiale. I responsabili delle attuali guerre che massacrano i popoli della Palestina e del Donbass (ma ricordiamo che si contano oltre 30 conflitti attivi in tutto il mondo) si trovano a Washington, Bruxelles, Londra, Parigi, Berlino, Roma, ecc. 

La “Liberazione” del popolo italiano, come degli altri popoli di tutto il mondo in lotta contro l’imperialismo e le moderne forme di fascismo, deve ancora realizzarsi, ma per tutti noi il nemico principale della pace è chiaro: non Putin, non la Cina, non Hamas, ma l’imperialismo occidentale a guida statunitense. Ci stanno trascinando nella Terza guerra mondiale contro la potenza nucleare russa e non esitano a supportare genocidi come quello del popolo palestinese e a restringere ogni giorno che passa i diritti civili e sociali conquistati dai nostri antenati. 

Per fermarli non basterà un voto di protesta più o meno consapevole nell’urna elettorale, ma servirà la massima unità popolare possibile con tutte le organizzazioni, i compagni e i cittadini sinceramente democratici e progressisti preoccupati per i crescenti venti di guerra, e che riconoscono il principale nemico nella NATO e nelle forze (comprese le false sinistre) che supportano tale alleanza.

La gravità del contesto ci ha convinto della necessità di unire le forze per organizzare uno spezzone comune con altre forze comuniste e antimperialiste nell’ambito della prossima manifestazione nazionale del 25 aprile che si terrà a Milano nell’ambito del corteo istituzionale promosso dall’ANPI. Unisciti a noi dietro lo striscione "Dal Donbass alla Palestina, Liberazione dalla NATO assassina". Contro l’imperialismo!

RESISTENZA POPOLARE


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


RESISTENZA É RIPRENDERSI CIÒ CHE CI HANNO TOLTO!

Il corteo 25 aprile appartiene ai partigiani, non ai guerrafondai e agli imperialisti.

Noi ci saremo, al fianco del popolo Palestinese 🇵🇸

Ore 13,30 Piazza Duomo - Milano

https://www.instagram.com/p/C6EWQv4MRN9/?igsh=d2dlNjg2amtwb2lh

lungamarcia_milano


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉


👉 "Brigata ebraica": la storia e la propaganda attuale

di Paolo Desogus* Nei giorni scorsi si è parlato molto di un fantomatico gruppo partigiano chiamato "Brigata ebraica", che da una ventina d'anni partecipa alla festa del 25 aprile. In realtà..


👉 I “Concilianti”

di Carla Filosa   A chi sarà stato in Piazza dei Partigiani la mattina del 25 aprile sarà stato offerto un volantino con su scritto “Riconciliazione”. E’ diventato...


👉 Le armi a Israele: ma quale "memoria storica"?

di Alessandro Orsini*L'Italia ha continuato a dare armi a Israele dopo l'inizio del bombardamento di Gaza. Il meccanismo è semplice: l'Italia dà le munizioni e Netanyahu le spara nel corpo...


👉 Cosa cresce all'ombra dell'odierno antifascismo?

di Andrea Zhok* La festa del 25 aprile, come celebrazione della liberazione dell’Italia dal nazifascismo, fu istituita subito dopo la guerra, il 22 aprile del 1946 con regio decreto...


👉 Serve festeggiare il 25 Aprile specie con chi dell'antifascismo ha fatto carta straccia?

di Federico Giusti Il 25 aprile non è una ricorrenza , lo è diventata quando l'antifascismo ha perso per strada ogni riferimento di classe diventando un corpo valoriale astratto...


👉 Il 25 Aprile a venire

di Marcello Faletra   Sul muro di una cella del carcere di Torino il 22 luglio del 1944 fu trovata questa scritta fatta col sangue: MEGLIO MORIRE CHE TRADIRE. Era di Ignazio Vian impiccato...


👉 25 aprile: la vera lotta oggi è contro il nichilismo storico

di Leonardo Sinigaglia  Anche questo Venticinque Aprile, con l’assunzione di Antonio Scurati al ruolo di novello Matteotti e la “contro-sfilata” milanese della Brigata Ebraica e...


👉 La trappola per annullare il significato (attualissimo) del 25 aprile

di Agata Iacono per l'AntiDiplomatico Il 19 luglio del 2022 lo scrittore Scurati scrive a Draghi. Con una lettera pubblicata sul Corriere della Sera, Antonio Scurati, Premio Strega 2019, chiede all'allora..


👉 Caso Scurati. Censura, antifascismo e gli "indignati in poltrona"

di Paolo Desogus* Sappiamo già che nei banchi del governo siedono gli eredi del vecchio fascismo. E stiamo facendo esperienza di come quella tradizione sia del tutto compatibile con la ragione...


🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉



🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉🍉