Paola Caridi e
Theodore Herzl

L'incontro con Paola Caridi è stato molto interessante per via delle sue ricche conoscenze storiche. Però ci ha fatto scoprire del suo pensiero un aspetto sconosciuto.

Lei tiene al fatto che non venga messo l'accento sul periodo di colonizzazione precedente al '48.

Caridi forse è convinta che la colonizzazione sionista prima del '48, sebbene subdola e feroce nello stesso tempo, sia stata plausibile.

E che sottoporla a critica possa mettere in dubbio l'ingiusta partizione del territorio palestinese suggerito dalle NU.

Mettere in dubbio la partizione ONU a sua volta sottoporrebbe a critica qualsiasi presenza sionista sul territorio della Palestina storica.

Il principio che la terra palestinese spetti di diritto alla comunità religiosa ebraica, ora là residente, sembra essere il suo pensiero.

Caridi è d'accordo sul fatto che il governo sionista attuale abbia un comportamento criminale.

È d'accordo sul fatto che i responsabili vadano perseguiti e puniti.

Ma non le piace sentir  dire che la comunità ebraica dei primi del '900 rappresentasse solo il 6% della popolazione locale.

Da ciò si deduce che Caridi  è parzialmente a favore dei sionisti nel valutare la questione palestinese.

L'incontro tenutosi alla casa delle donne ha rivelato anche da parte del pubblico una certa resistenza a considerare ingiustificata la presenza sionista sul territorio palestinese.

Insomma sembra che alla casa delle donne si viva ancora un senso di reverenziale rispetto nei confronti del sistema sionista malgrado il genocidio in corso.


Puoi guardare l'incontro qui:

https://youtu.be/27Kdwt6cuhE?si=ULGg3JqXvOAmO9Cb


A me piace come Caridi parla di Hamas. Ne parla con criterio e conoscenza per quanto ho sentito e con rispetto per una cultura diversa dalla nostra. Ma dice che ama le idee del primo sionismo di Herzl. 

Gabriella Grasso



Ecco qualche citazione utile a chiarire l'ultimo punto:


A questo proposito scrive, nel 1896, Theodor Herzl, fondatore del sionismo, in “Lo stato ebraico”: “È da preferire la Palestina o l'Argentina? La Società prenderà ciò che le verrà dato, tenendo conto della pubblica opinione del popolo ebraico. La Società verificherà entrambe le cose. L'Argentina è uno dei paesi più ricchi di risorse naturali della terra, dotata di enormi distese, scarsa popolazione e clima temperato. La Repubblica argentina sarebbe molto interessata a cederci una parte del suo territorio. L'attuale infiltrazione ebraica ha prodotto solo irritazione; bisognerebbe informare l'Argentina sulla sostanziale differenza della nuova immigrazione ebraica. Se invece sua Maestà il Sultano ci concedesse la Palestina, ci potremmo impegnare, per sdebitarci, a risistemare le finanze della Turchia. In favore dell'Europa costruiremmo là una parte del vallo per difenderci dall’Asia, costituendo così un avamposto della cultura contro la barbarie.  20


Il sionismo ha avuto la sua prima espressione teorica nel libro “Lo Stato degli ebrei” (Der Judenstaat) di Theodor Herzl, la sua prima coerente traduzione nel 1897 con il Congresso mondiale sionista a Basilea e la sua prima vittoria il 15 maggio 1948, quando nacque lo Stato di Israele. Fondamento del sionismo è il legame che unisce gli ebrei alla “patria perduta” e il diritto al ritorno. Herzl immaginò di creare uno stato-nazione ebraico per evitare agli ebrei le persecuzioni sofferte in Europa. I “sionisti”, però, non vollero considerare che in Palestina vivevano 800 mila arabi che avevano radici e tradizioni millenarie. Il sionismo applicò con coerenza una politica che implicava l'alleanza con le grandi potenze, ma che negava al popolo palestinese il diritto a quell'identità nazionale rivendicato per il popolo ebraico. 23


Dovremo incoraggiare questa misera popolazione ad andarsene oltre confine, procurando loro un lavoro nei paesi di destinazione, e negandoglielo nel nostro. Sia il processo di espropriazione che quello di allontanamento dei poveri devono essere effettuati con discrezione e cautela” 25


Per prima cosa i sionisti dovranno procurarsi terre arabe in quantità sufficente... La popolazione araba sarebbe giusto adatta per servire ai bisogni coloniali degli ebrei 25


All'estero di solito si crede che Eretz Yisrael sia quasi del tutto desolata, un deserto non seminato..... Ma per la verità non è questo il caso. In tutto il paese è difficile trovare campi che non siano seminati. Solo le dune di sabbia e le montagne rocciose non sono coltivate 27


L’anno successivo (giugno 1920), il governo britannico nomina Alto commissario per la Palestina Herbert Samuel, liberale di origine ebraica che manterrà la carica fino al 1925. Herzl aveva raccomandato “prudenza e cautela” agli ebrei che compravano e rubavano terre ai palestinesi, ma la colonizzazione era così rapida, e costante il flusso di nuovi ebrei che arrivavano da ogni parte, che i conflitti, le tensioni e gli scontri cruenti coi nativi erano inevitabili”. I palestinesi tentarono, con petizioni e l’invio di delegazioni a Londra, di ottenere almeno un governo formato dagli stessi palestinesi, ma gli inglesi volutamente umiliarono ogni tentativo di fermare il sionismo e di assicurare una minima autonomia amministrativa che, invece, esisteva in altri paesi come la Siria, la Giordania e l’Irak.  36


I capi sionisti sapevano bene che la Palestina esisteva come entità ed era tutta abitata, come riconobbe Herzl, ma questa verità poteva scoraggiare i sionisti in buona fede e infrangere il loro sogno. 49


II sionismo è il ritorno al giudaismo ancora prima del ritorno alla terra degli ebrei, disse Herzl nel suo discorso inaugurale al primo congresso. 79


Infatti l’opera teorica di Herzl, e la propaganda estremistica e nazionalistica che ne fece Jabotinsky, dovevano radicare il convincimento che “il ritorno a Sion” era giuridicamente fondato e che duemila anni di diaspora erano una parentesi che doveva essere sanata ad ogni costo per rimediare all’ingiustizia subita nella notte dei tempi.  81


Per me, la questione ebraica non è né sociale né religiosa ... essa è una questione nazionale. (Theodore Herz, in "Lo stato ebraico") 202


Questi ebrei umanisti avevano chiaro in testa che la Palestina non era “vuota”, che vi era già un’altra nazione e che non era compatibile con la cultura ebraica, sia laica che religiosa, una invasione surrettizia o apertamente coloniale come era chiara nei programmi sionisti. Essi giudicavano erroneo il progetto di Herzl che non considerava l’esistenza degli arabi ed erano inclini ad uno stato binazionale con pari diritti per tutti. 541


La maggioranza degli ebrei continua a pensare che il sionismo sia organico all’ebraismo, che non si possa essere ebrei senza essere sionisti. Se il sionismo è l'ideologia coloniale elaborata per motivare la necessità storica di un “focolare ebraico” che Theodore Herzl identificò nella Palestina, dopo aver considerato l’Uganda e l'Argentina, è pienamente legittimo che vi siano gruppi di ebrei che non condividano tale pensiero e vi si oppongano, come fece Ahad Ha'’am, profeta inascoltato. 568


Per Avraham  Burg il sionismo di Herzl è finito ed occorre interpretarlo nel senso alto e nobile che gli diede Ahad Ha'am: missione culturale-spirituale e non progetto coloniale di occupazione, di dominio nazionalistico ed etnocratico fino al genocidio. 571


Brani tratti da "il terrorismo impunito" di Diego Siragusa.