25 aprile 2024

Purtroppo Giorgio Forti non c'è più                                                                         

Il Manifesto, 29/4/2011, p.14


Un trafiletto sbagliato


L'anonimo trafiletto a pagina 3 sul manifesto del 26 aprile, riferito alle proteste per la presenza della cosiddetta Brigata ebraica, a cui si dovrebbe addirittura «la liberazione di gran parte dell'Emilia Romagna», pare proprio scritto da uno studente proveniente dalla scuola della Gelmini, con in più un tantino di malafede. La brigata ebraica (che non era una brigata, ma un gruppo di Ebrei immigrati in Palestina, incorporati come volontari nell'VIII armata britannica), non ha mai, o qualcosa ci è sfuggita, collaborato direttamente con i Partigiani italiani, che in Emilia Romagna erano numerosi, organizzati in Brigate Garibaldi, Brigate Matteotti, e Brigate Verdi, Brigate Giustizia e Libertà. Altra cosa è la partecipazione di Ebrei italiani alla Resistenza in varie brigate partigiane: valga per tutti il nome di Primo Levi, i fratelli Artom, di Torino, Vittorio Foa, Leone Ginsburg, e molti altri. Erano italiani come gli altri partigiani, da loro indistinguibili per dedizione alla causa di tutti noi: libertà e giustizia sociale, liberazione dal nazi-fascismo. Nessuno di loro avrebbe mai accettato di esser considerato «diverso» dagli altri compagni di lotta per l'essere ebreo. Questo per amor di verità! Ci pare comunque falso il racconto di quello che è successo alla manifestazione del 25 aprile. Sfilare con la bandiera dell'occupazione israeliana a noi pare un insulto ai partigiani che invece lottarono con le armi del coraggio e dell'innocenza contro appunto l'occupazione nazista. 

Noi ci auguriamo che ogni popolo abbia la possibilità di vivere in pace, finché questa giustizia non ci sarà non potrà esserci vera pace, e la sfilata di bandiere di un esercito occupante è sempre oltraggiosa. 


Francesco Giordano, Giorgio Forti



"Non solo: occorre contrastare qualsiasi possibile rischio di involuzione autoritaria. Condivido le preoccupazioni di personalità come Emanuele Fiano e Davide Romano: il tradizionale, grande corteo di Milano non deve fornire occasioni di polemiche; guai a noi se il 25 aprile ci si dividesse sulla tragedia palestinese e sul reciproco diritto all’esistenza e alla sicurezza dei due popoli. Non deve avvenire e non avverrà. È l’ora della responsabilità."

(Presidente nazionale Anpi, marzo 2024)



Cavoli, il Presidente Anpi è preoccupato per la sicurezza dei due popoli...non per quello sotto feroce occupazione, ma anche di chi arresta, tortura, uccide tutti i giorni a Gaza ed in Cisgiordania. 

Questo è esattamente quello che si chiede nei cortei al sabato. 

(Francesco Giordano)