Gli ecomusei sono paesaggio

Le iniziative programmate dalla rete ecomusei italiani nel 2021 a 50 anni dalla nascita del concetto di ecomuseo.

Oltre 20 anni di pratiche ecomuseali per il paesaggio

1.12.2021 ore 9,30

Il convegno “50 anni di Ecomuseologia: gli Ecomusei lombardi a confronto con esperienze nazionali e internazionali” offrirà un confronto tra esperienze a livello regionale, nazionale e internazionale nel cinquantesimo anniversario della nascita del concetto stesso di ecomuseo.

La Rete Ecomusei Italiani è intervenuta con una riflessione sulle pratiche ecomuseali per il #paesaggio nell'ambito del programma "Gli ecomusei sono paesaggio". Vedi i video qui riportati.

Per maggiori informazioni e programma: link


La registrazione integrale del convegno

Ecomusei e Sistema Museale Nazionale

28.10.2021 ore 9:00

Tavola rotonda sul tema del riconoscimento nazionale degli Ecomusei all'interno del Sistema Museale Nazionale e Livelli Uniformi di Qualità. L'iniziativa avviene nel 1^ Forum itinerante della Consulta ecomusei di Puglia. Vedi il programma. E' possibile rivedere il dibattito in streaming a questo link.

CONFERENZA INTERNAZIONALE. Il ruolo degli ecomusei per gli obiettivi di sviluppo delle Nazioni Unite 2030 e l'azione per il clima

30.09.2021 ore 15.00 - Conferenza internazionale (in lingua inglese) sui metodi e sugli strumenti che gli ecomusei possono mettere a disposizione per il contrasto alla crisi climatica e per uno sviluppo ecologico e solidale. Atti del convegno e modulo per comunicare le azioni degli ecomusei.

Settimana del Paesaggio degli Ecomusei italiani: dal 21 al 25 giugno 2021

I Webinar sono disponibili sulla pagina Facebook della Rete Ecomusei Italiani e sul canale You Tube.

Programma definitivo e comunicato stampa

Leggi il documento di presentazione dell'iniziativa (versione PDF / versione online) -

Settimana del Paesaggio degli Ecomusei Italiani

Clicca sui video per seguire i webinar svolti e per vedere i video pervenuti e sui titoli per leggere la descrizione delle sessioni tematiche

Guarda la registrazione dei webinar

Guarda i 53 video pervenuti con le buone pratiche sul paesaggio sulla mappa interattiva o sul canale you tube , riportate anche qui di seguito per tematica.

Gli ecomusei sono paesaggio - Apertura dei lavori

Lunedì 21 giugno 2021 - ore 17 / 19

Con questa iniziativa, la Rete EcoMusei Italiani – EMI, intende avviare una riflessione sul ruolo che gli ecomusei rivestono per la cura del paesaggio nel nostro Paese, basata su un principio di sana appartenenza e responsabilità dei luoghi, unica vera garanzia per il raggiungimento di un equilibrio dinamico nello sviluppo dei territori e delle comunità che li vivono. Quello che sta accadendo con la pandemia in corso, costringerà a rivedere radicalmente il modo di abitare il territorio. Gli ecomusei intendono contribuire all’affermarsi di un diverso progetto di futuro, capace di valorizzare il nostro patrimonio territoriale in una prospettiva di benessere collettivo. Le esperienze che verranno presentate descrivono l’universo di buone pratiche degli ecomusei italiani, dalle Alpi al Mediterraneo, secondo gli approcci che le diverse condizioni socio-economiche impongono ai rispettivi territori, nell’intento di favorire lo sviluppo di reti di cooperazione e scambio tra queste. In questo quadro di eccezionale crisi economica, sociale e sanitaria, la creazione di solide e ramificate reti locali, ricche di capitale relazionale e sociale, assumono un’importanza decisiva nel determinare le capacità competitive di un territorio e dunque le sue probabilità di successo nella crescita della coesione sociale ancor prima che economica.

Il programma è organizzato in più sessioni, ed intende diventare un appuntamento annuale di riflessione amplia ed inclusiva per tutto il movimento ecomuseale nazionale ma anche di contaminazione con le altre forme di gestione partecipata del territorio. Una piattaforma di condivisione di obiettivi e di progetti per il futuro che guardino al paesaggio come luogo di “rinascita” civile e culturale post-pandemica delle nostre comunità e di un rinnovato dialogo con le istituzioni ed il mondo del terzo settore.


Referenti: Francesco Baratti coordinatore (Sistema Ecomuseale del Salento - Le); Donatella Murtas (Ecomuseo dei terrazzamenti e della vite di Cortemilia - Cn); Giuseppe Pidello (Ecomuseo Valle Elvo e Serra - Bi); Raffaella Riva (Politecnico di Milano); Maurizio Tondolo (Ecomuseo delle acque del gemonese - Ud).

Paesaggio è benessere

Martedì 22 giugno 2021 - ore 17/ 19

Il benessere presuppone l’essere. L’essere vivi, l’essere fisicamente parte di un luogo.


Il benessere per il genere umano riguarda la sfera bio-psico-sociale ed è determinato dal raggiungimento di un equilibrio con il mondo esterno, con l’ambiente, con gli altri esseri viventi, in una parola: con il paesaggio.


Il benessere per l’aspetto biologico riguarda tutte le forme di vita che fanno parte di un paesaggio e si basa sull’armonia non solo tra le specie viventi ma anche con il territorio, inteso come flora, fauna, ambiente, agricoltura, insediamenti sociali, persone.


Il benessere sotto l’aspetto psicologico riguarda le interazioni con gli altri individui e con le altre specie, per le quali il paesaggio, inteso come risultato della complessità delle forme in cui si manifesta il mondo circostante, ha un ruolo determinante.


Il benessere sotto l’aspetto sociale riguarda l’interazione con la comunità in cui si è immersi, che ha una vita economica e una vita sociale, una sua storia e una sua cultura, tutte strettamente connesse con il paesaggio perché ne sono determinate e a loro volta lo determinano.

Il paesaggio è dunque benessere, inteso come fonte di benessere e insieme come risultato del benessere del mondo vivente.

Il benessere non è dato per sempre, ma è il risultato di un processo continuo di adeguamento e interazione con la realtà circostante. La capacità di previsione delle nuove necessità e la gestione lungimirante dei cambiamenti si manifestano nella qualità del paesaggio, carta d’identità con cui le comunità che li abitano si presentano a se stesse e agli altri. In questo solco si collocano gli ecomusei non soltanto per mostrare una storia, un paesaggio, un patrimonio materiale e immateriale come risultato statico dell’interazione tra gli esseri viventi e l’ambiente, ma per agire alla sua continua rigenerazione intesa anche come cambiamento, per raggiungere condizioni di accresciuto benessere che coinvolga l’individuo e la comunità e il paesaggio nel suo complesso.

Referenti: Donatella Murtas coordinatrice (Ecomuseo dei terrazzamenti e della vite di Cortemilia - Cn); Antonello Andreani (Ecomuseo dei vissuti e dei saperi - Mc); Andrea Del Duca (Ecomuseo Lago d’Orta - No); Ernesto Mola (Ecomuseo delle bonifiche di Frigole - Le).

Paesaggio è resilienza

Mercoledì 23 giugno 2021 - ore 10 / 12

Gli ecomusei da sempre promuovono pratiche di resilienza attiva per la valorizzazione del paesaggio, e lo fanno attraverso strumenti propri, incentrati sulla capacità di reinterpretare il vissuto dei luoghi, sulla partecipazione e sull’ascolto, inteso sia come raccolta di narrazioni per la trasmissione della memoria e per la comprensione del paesaggio, sia come raccolta delle istanze e dei bisogni della comunità di riferimento.

Da ormai più di una decina di anni il termine resilienza è entrato a far parte del nostro linguaggio comune traslato dall’ambito tecnico-scientifico a quello dell’ecologia, della sociologia, dell’economia e della psicologia assumendo come principale significato quella che potremmo sintetizzare come “l’arte di adattarsi”. Comparso per la prima volta nel campo della metallurgia a indicare l’elasticità di un materiale prende il posto della parola resistenza (che implica invece lo stare fermi e saldi contro una forza che si oppone senza lasciarsi abbattere, annientare o spezzare) rispetto alla quale aggiunge la capacità di compiere un salto all’indietro che consente ai materiali una maggior malleabilità. Mutuato dalle scienze naturali il suo significato si riferisce principalmente alla capacità di adattarsi, nel senso di uniformarsi, alle trasformazioni e alle emergenze in atto. In ambiente naturale resilienza è quindi assimilabile all’isomorfismo e indica principalmente quella risposta adattativa che in scala evoluzionistica rappresenta il successo delle specie capaci di sopravvivere anche in presenza di fattori di rischio. Consci dei significati da cui deriva e prende forma questa parola vogliamo assumere nella nostra riflessione la resilienza come l’insieme di quelle pratiche messe in atto dalle comunità nei vari contesti territoriali per adattarsi alle trasformazioni, non solo in un’ottica isomorfica ma anche valorizzando la capacità di proporre nuove istanze in modo da evitare il rischio di abbassare le aspettative e le richieste sociali.

Intesa dunque la resilienza come pratica umana di risposta al bisogno di costruire un futuro condiviso e sostenibile, abbiamo individuato alcuni temi in cui queste pratiche si estrinsecano:

- azioni per fronteggiare le emergenze ambientali (intese come eventi naturali, problematiche relative al cambiamento climatico, sovvertimenti socio-culturali su larga scala);

- nuova percezione e nuovi usi del e nel territorio (in risposta a cambiamenti sociali ed economici);

- rigenerazione e nuovi usi dei manufatti (nel senso di prendersi cura degli elementi che costituiscono il paesaggio quale bene comune);

- valorizzazione in chiave produttiva della risorse locali per la nascita di nuove economie (ovvero artigianato, turismo responsabile, ecc.).


Referenti: Raffaella Riva coordinatrice (Politecnico di Milano); Michela Bresciani (EUMM Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord - Mi); Antonello Andreani (Ecomuseo dei vissuti e dei saperi dei Monti Sibillini - Mc); Anna Paola Conti (Ecomuseo delle case di terra di Villa Ficana - Mc).

Paesaggio è partecipazione

Mercoledì 23 giugno 2021 - ore 17 / 19

Binomio e azione degli ecomusei, il "paesaggio è partecipazione" poiché è l'espressione, la percezione e l'iniziativa consapevole di una comunità.

Da sempre gli ecomusei ne declinano la complessità e la dimensione conoscitiva, mobilitando processi corali, suscitando motivazioni e intendimenti operativi, in sintesi promuovono una continua cultura partecipativa, irrinunciabile alla realizzazione di progetti.

Pertanto la partecipazione diventa processo educativo e capacità civica, capace di scelte e progetto condiviso.

Durante la pandemia da Covid19 ci si è misurati con l'uso degli strumenti di comunicazione a distanza. Se ne è scoperta la facilità comunicativa e se ne intravede la permanenza anche dopo l'emergenza epidemiologica e la loro evoluzione applicativa. C'è da chiedersi quali vantaggi apporteranno; se produrranno diversità sociale e di saperi tra generazioni e su quale terreno l'ecomuseo potrà spendersi (democrazia).

La concezione di "Paesaggio" che, come riporta la stessa Convenzione Europea, include la “percezione delle popolazioni”, attribuisce rilevanza al coinvolgimento degli abitanti di un territorio, in relazione alle trasformazioni causate dal ricorso invasivo delle tecnologie, dalla frammentazione socio-culturale e dalla iperspecializzazione scientifica.

Tutti aspetti che "non consentono" un facile accesso all’informazione ed adeguati processi partecipativi. Gli Ecomusei, quali facilitatori di comunità, hanno sviluppato abilità nel far emergere il "talento dei luoghi" ed attitudini organizzative per forgiare nuovi strumenti di pianificazione e progettazione territoriale che producono soluzioni creative finalizzate alla conservazione e valorizzazione del paesaggio.

Molti gli strumenti concreti messi a punto e sperimentati dagli ecomusei a questo proposito: mappe di comunità, contratti di fiume, statuti dei luoghi e attività di mediazione per l’adozione di strumenti di governo del territorio, osservatori e cantieri partecipati di recupero. Attività e modalità di lavoro condivise anche con altri soggetti attivi sul fronte del paesaggio con i quali si auspica un’integrazione di ruoli e capacità di alleanze per rispondere alle domande e alle sfide del presente.


Referenti: Nerina Baldi (Ecomuseo delle valli di Argenta - Fe) e Andrea Rossi (Ecomuseo del Casentino - Ar) coordinatori; Maria Rosa Bagnari (Ecomuseo delle erbe palustri di Bagnacavallo - Ra); Edo Bricchetti (Ecomuseo Martesana - Mi); Emanuela Chilla e Elisa Monsellato (Ecomuseo della pietra leccese di Cursi - Le); Guido Lazzarini, Valentina Azer (Università di Torino); Massimo Luciani (Ecomuseo dell’orvietano - Tn); Giuseppe Reina; Antonella Nonnis ed Elena Tartari (Ecomuseo della Valle dell’Aso - Fm), Alice Cerutti (Cascina Oschiena).

Paesaggio è diversità

Giovedì 24 giugno 2021 - ore 14 / 15

La rilevanza vitale della diversità, di cui necessitano gli ecosistemi per garantirne la funzionalità, riguarda anche gli ambiti umani: i sistemi sono, in generale, più forti quando sono caratterizzati da maggior diversità.

Riportando questa “legge” anche al tema del paesaggio, si può dire che ogni paesaggio racchiuda necessariamente ampi gradi di eterogeneità esprimendone così la naturale tendenza all’accoglienza.

Paesaggio come territorio percepito e costruito dai suoi abitanti, è lo spazio ambientale e sociale che accoglie la diversità umana in tutta la sua ampiezza storica e culturale. Ma il paesaggio è diverso anche perché vive nell'interazione tra un dato fisico e uno percettivo, tra lo stato di fatto esteriore e la sua elaborazione interiore, è sintesi di ambiti diversi. Ma anche in questi ambiti (materiale/immateriale) si articola a sua volta in altre diversità. Il livello fisico si può articolare in uno spazio naturale, in preesistenze monumentali, in forme dell'abitare etc., che possono esistere distinte o coordinate entro una geografia determinata. E all'interno di queste sottocategorie le articolazioni sono pressoché infinite.

La diversità del patrimonio culturale non può che amplificare all’infinito la possibilità di vivere e interpretare il paesaggio. Uno stesso territorio. Un suono, un sapore, un profumo, un tocco ed un panorama non sono che un’infinitesima parte di un paesaggio, eppure hanno la forza intrinseca di racchiuderlo, di dargli un senso preciso che trascende sia lo spazio che il tempo.

Il paesaggio è spazio “plastico”: non scenario passivo ma protagonista attivo che determina infinite possibilità di azioni, sperimentazioni e pratiche diverse.

Referenti: Claudio Gnessi coordinatore (Ecomuseo Casilino ad Duas Lauros - Rm); Massimo Luciani (Ecomuseo dell’orvietano - Tn); Alessandra Micoli (EUMM - Ecomuseo Urbano Metropolitano Milano Nord - Mi); Valentina Mastronardi (Ecomuseo della Valle d’Itria - Ba/Br/Ta).

Paesaggio è filiere corte ed economia circolare

Giovedì 24 giugno 2021 - ore 17 / 19

Ogni paesaggio è portatore di storia collettiva, sedimento di vissuti e di narrazioni, è un patrimonio unico di biodiversità, storia e saperi millenari, che si perpetua e conserva grazie alle comunità che lo abitano e che lo vivono. Da millenni agricoltura e pastorizia hanno creato, mantenuto, migliorato, dato forma ai paesaggi, favorendo la biodiversità tanto vegetale quanto animale.

Il concetto di filiera corta ci parla oggi proprio di questa riscoperta, tutela, cura e valorizzazione del paesaggio in cui avvengono le piccole produzioni locali, che permettono il mantenimento delle tradizioni sociali e culturali legate al mondo rurale, consentono di sfruttare territori altrimenti non utilizzati, garantendo così la conservazione delle caratteristiche ecosistemiche e assicurando il mantenimento delle connotazioni paesaggistiche che in caso di abbandono e degrado, scomparirebbero. La messa a sistema e la condivisione dei saperi e delle pratiche in uno scambio intergenerazionale, risultano essere la carta vincente per abitare e ri-abitare i territori. Risulta quindi necessario puntare a forme di economia locale con cui sperimentare progetti di filiera corta sostenibili, duraturi e ad alto impatto sociale, che siano trasversali a vari aspetti: agricoli, ambientali, turistici e culturali.

E’ sempre più evidente, sia a livello globale che locale, l’inadeguatezza della linearità dello sviluppo economico: la situazione sociale, sanitaria ed ambientale che stiamo vivendo ci porta a considerare la necessità di un ritorno alla circolarità dell’economia similmente a quanto avviene in natura, una modalità che meglio si adegua al contesto socio-ecologico del paesaggio rurale e montano. Il tema dell’economia circolare consente e richiede, più di altri, la definizione di reti locali, di accordi e programmi che l’ecomuseo spesso contribuisce a promuovere e facilitare. La forte caratterizzazione rurale dei nostri territori, delle aree marginali, o cosiddette aree interne, costituisce un naturale requisito per potervi sperimentare e costruire filiere corte e forme di economia circolare, laddove i prodotti agricoli, alimentari e artigianali tipici e fortemente radicati, costituiscono l’espressione concreta e materiale della cultura locale di un territorio, fatta di saperi, esperienze, competenze e conoscenze, relazioni.

Per costruire un futuro sostenibile è necessario rimettere al centro la bellezza, i rapporti umani, il rispetto della terra, la qualità della vita, scardinare il modello di frammentazione del sapere, di intermediazione dei rapporti fra produttore e consumatore, di mercificazione e banalizzazione dei prodotti. Solo in questo modo possiamo sperare in un’inversione di tendenza capace di affrontare problemi che affliggono il nostro paesaggio culturale quali il depauperamento ambientale, la perdita di suolo, il degrado, fino alla perdita e all’erosione dei diritti sociali e civili.


Referenti: Miriam Rubeis coordinatrice (Ecomuseo della pastorizia - Cn); Barbara Barberis (Ecomuseo Terra del Castemagno - Cn); Mauro Bernardi (Ecomuseo della pastorizia - Cn); Raul Dal Santo (Ecomuseo di Parabiago - Mi); Massimo Luciani (Ecomuseo dell’orvietano - Tn); Andrea Rossi (Ecomuseo del Casentino - Ar).

Paesaggio è trasmissione

Venerdì 25 giugno 2021 - ore 17 / 19

Ogni ecomuseo rivaluta l’eredità materiale e immateriale di un territorio e riattiva le conoscenze di base per proteggerla, gestirla e trasmetterla, restituendo così consapevolezza del paesaggio come principale bene comune di cui prendersi cura.

La feconda contaminazione ECOMUSEO><PAESAGGIO ha generato in Italia innovativi percorsi di apprendimento e cittadinanza attiva, ispirati al processo decisionale pubblico indicato dall’Articolo 6 della Convenzione europea del paesaggio (identificazione > caratterizzazione > obiettivi di qualità paesaggistica > applicazione).

E’ la percezione che le persone hanno del paesaggio che ne legittima il riconoscimento e il valore di fronte alla Comunità. Ognuno lo vive e percepisce in base alle proprie esperienze e le trasmetterà alle genera-

zioni future che, a loro volta, lo trasferiranno ad altri ancora in un lungo processo di narrazione, sancendo, di fatto, il passaggio dalla percezione singola di un luogo o di un tema ad una visione d’insieme più dinamica e corale.

In questo quadro, il tavolo PAESAGGIO è TRASMISSIONE propone uno spazio di riflessione trasversale, al fine di mettere in luce la ricchezza e le peculiarità delle esperienze educative maturate con gli strumenti affinati dagli ecomusei: esplorazioni del paesaggio, inventari partecipativi, mappe di comunità applicate alla pianificazione territoriale o ai contratti di fiume, semplici attività aperte a tutti, attraverso le quali prendiamo coscienza sull’importanza del “paesaggio quotidiano” per il nostro benessere e per quello della collettività.

“Trasmissione”, così come il termine anglosassone “heritage”, esprime l’idea di una conoscenza ‘in movimento’, attiva e pluri-direzionale, funzionale al confronto e al passaggio di saperi. Il dialogo sul paesaggio, costantemente alimentato tra i membri della comunità, e in primo luogo tra i giovani, prefigura una nuova “scuola”, aperta, “senza pareti”, dove tutte le competenze e le abilità concorrano a una formazione continua basata “sull’economia domestica” della casa comune, nuovamente necessaria per rendere il nostro mondo migliore di quello che è.


Referenti: Adriana Stefani coordinatrice (Rete Ecomusei Trentino); Rosario Acquaviva (Ecomuseo di Buscemi - Sr); Elisa Arecco (Ecomuseo di Cascina Moglioni - Al); Edo Bricchetti (Ecomuseo Valle Spluga - So); Giuseppe Pidello (Ecomuseo Valle Elvo e Serra - Bi); Antonella Nonnis ed Elena Tartari (Ecomuseo della Valle dell’Aso - Fm).

Il paesaggio visto dagli ecomusei

28.06.2021 - 30.09.2021

Iniziative per il paesaggio a tema libero lasciate ad ogni singolo ecomuseo (passeggiate, dibattiti, forum, campagne di sensibilizzazione, consigli per il paesaggio).

Webinairs

Ciascun webinar vedrà la partecipazione di personalità del mondo delle istituzioni, del terzo settore e della ricerca e la presentazione di alcuni video testimonianza inerenti i singoli temi, prodotti da tutti i soggetti che operano per la cura del paesaggio a livello nazionale e raccolti tramite una call for video submissions (01 aprile - 30 maggio 2021)

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Programma (versione PDF e versione on line)

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Attività terminate

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Richiesta di video / call for videos

La call è scaduta il 10 giugno 2021: grazie per l'invio dei video!

La rete degli ecomusei italiani ti invita a raccontare in modo creativo e informale le buone pratiche per il paesaggio, riguardanti le sei sezioni tematiche attraverso un video della durata massima di 5 minuti.

La call si apre il 01/04/2021 e si chiude alle ore 24:00 del 30 maggio 2021.

A partire dal 28/06/2021, i video saranno caricati sul canale YouTube, previa verifica del comitato organizzatore dell’iniziativa.

I video verranno tutti pubblicati sul canale You Tube di EMI e pubblicizzati attraverso il sito web e i canali social e, a discrezione del comitato organizzatore, proiettati in una o più sessioni in programma.

Leggi il regolamento a pagina 3 del flipbook e la descrizione delle sei sezioni tematiche (versione PDF o versione online)

Partecipa alla call iscrivendoti attraverso la procedura on line (use the online form to submit a short video)

Hai bisogno di qualche consiglio tecnico per realizzare il tuo video? Lo trovi cliccando qui.

Presentazione del programma al webinar "Torre di Babele"

29 marzo 2021

Incontro con Hugues de Varine di presentazione della versione italiana del suo libro "Ecomusee sigulier et plurier": clicca qui per la traduzione