l'adioalivanos

L'Adio a Livanos

La scomparsa dell’alpinista francese

L’addio a Livanos cantore del verticale

Dalla Francia la famiglia ha comunicato alcuni giorni fa la notizia del decesso di Georges Livanos, arrampicatore di punta negli anni Cinquanta e Sessanta nonché scrittore (si ricorda il suo bel libro “Al di là dellaverticale”), figura fortemente legata alle Dolomiti.

Nato nel 1923 a Marsiglia ma per le sue ascendenze familiari ed i contatti con il mondo ellenico soprannominato “Le Grec”, aveva iniziato la sua attività sulle calde scogliere della Provenza per poi penetrare l’interno verso mete sempre più alte e impegnative. Fortemente convinto dell’essenzialità della preparazione all’arrampicata in palestra, l’applicò costantemente ottenendo dei risultati via via di maggior valore accostando e accrescendo la tecnica unitamente ad un’attenzione puntigliosa alla sicurezza su ogni grado di difficoltà.

Dopo più esperienze sulle Alpi Occidentali, la sua preparazione di base “specializzata” in arrampicata su rocce calcaree lo spinse a penetrare il mondo delle Dolomiti ; qui trovò il suo ambiente ideale dove poté esprimere tutte le sue potenzialità con differenti compagni tra cui Armando “Tama” Da Roit e soprattutto con il connazionale Robert Gabriel. Con quest’ultimo risolse il grande problema del diedro della Cima su Alto nella Gruppo della Civetta : l’arrampicata venne realizzata dal 9 all’11 settembre 1951 superando difficoltà continue di 6o di grande impegno che avevano respinto i tentativi di tanti alpinisti. Tra le tante, in Dolomiti si ricorda ancora la salita della Cima del Bancon, della Terranova (ancora Civetta), del Piz del Ciaval (Sass de la Crusc - Val Badia) e sulla parete sud della Schiara oltre a un numero enorme di ripetizioni spesso assieme alla moglie Geneviève comunemente conosciuta come Sonia, amabile e sempre sorridente. Una delle ultime salite realizzate alla bella età di 50 anni (1973), venne effettuata con Eugenio Bien sulla parete ovest della Moiazza (Cima Gianni Costantini), dedicandola a Renzo Conedera. Pur lontano geograficamente, dopo l’abbandono dell’alpinismo attivo, Georges Livanos ha mantenuto

fino all’ultimo un cordiale contatto con il mondo delle Dolomiti e soprattutto con Agordo, dimostrando il suo attaccamento e un vivo ricordo degli amici e dei compagni di tante avventure sulle montagne più belle del mondo, senza dubbio per lui una seconda “piccola-grande patria”.

L’alpinismo bellunese ha riconosciuto la sua attività anche con la consegna del premio Pelmo d’Oro nel 2002.