Quercia da Sughero

Quercus suber


La Quercia da Sughero bonsai è considerata una delle essenze autoctone più pregiate proprio per la particolarità del tronco rugoso, dall’aspetto molto antico e dalla facilità nella coltivazione.

Partendo dall’esposizione la Quercia da Sughero in primavera, come per tutti i bonsai, è conveniente tenerla in pieno sole: un’adeguata illuminazione permette al bonsai di vegetare con vigore, producendo rami robusti e soprattutto foglie piccole e dal colore intenso. In estate, anche se questa pianta ama il sole e il caldo, va ricordato che ciò non vale per le radici che, in natura, affondano nel fresco del terreno profondo; perciò, se non si dispone di un ambiente ombreggiato bisogna almeno coprire i vasi in modo da proteggere l’apparato radicale. In autunno, ci si può regolare come in primavera, esponendo il bonsai al sole così da permettergli di vivere in salute, producendo nuova vegetazione ed accumulando energia, necessaria per la stagione fredda. In inverno, nelle regioni del centro-sud le sughere possono essere tenute tranquillamente all’esterno, magari proteggendo il vaso dalle gelate, poiché come già detto, la radice è la parte più sensibile agli sbalzi di temperatura. Di contro, nelle regioni del nord è opportuno ripararle in serra fredda.

L’annaffiatura si effettua come per gli altri bonsai: il terriccio va irrigato abbondantemente quando si presenta asciutto, ripetendo l’operazione tre o quattro volte a distanza di qualche minuto per fare in modo che il substrato assorba completamente l’acqua versata. Nella stagione calda, si deve necessariamente aumentare il ritmo delle irrigazioni e si può integrare collocando un sottovaso con ghiaia umida.

La sughera, a causa del metabolismo più lento rispetto alle altre querce, non reagisce prontamente alla potatura, producendo germogli dalla crescita particolarmente lenta. Se occorre effettuare una potatura drastica, è conveniente “mettere in coltivazione” il bonsai in un contenitore più grande, altrimenti i nuovi germogli cresceranno pochissimo e non diventeranno mai dei veri rami. Il periodo migliore per effettuare la potatura è l’inverno: in questa stagione, soprattutto se il bonsai viene rinvasato, è opportuno effettuare un’adeguata potatura che compensi l’accorciamento delle radici. L'operazione si effettua con la tronchese concava, mentre, la scelta delle branche da accorciare o da eliminare dipende dallo stile del bonsai; in ogni caso vanno eliminati quei rami che sviluppano in senso verticale, e quelli che si incrociano. Dopo aver effettuato la potatura, ricordarsi di medicare i tagli con il mastice o la pasta cicatrizzante.

Per ottenere una crescita più equilibrata, durante la stagione vegetativa (2 volte l’anno) si pinzano i nuovi germogli; l’operazione si effettua sui nuovi rametti con 6-7 internodi, accorciandoli al primo internodo con la forbice lunga. Questa tecnica, oltre ad infoltire la chioma, permette di ottenere rami più sottili e foglie più piccole.

Va ricordato che, la sughera costantemente pinzata sarà più bella ma non produrrà le ghiande: se vogliamo permettere al bonsai di fruttificare, dobbiamo evitare questa tecnica e accorciare i rami solo dopo aver verificato la presenza di gemme fiorifere. In giugno si può effettuare la defogliazione, tecnica utile per ridurre la grandezza delle foglie. L’operazione si effettua eliminando i 2/3 di ogni foglia. Dopo pochi giorni, quando il bonsai ha iniziato a produrre le nuove foglioline, si possono eliminare le parti rimanenti delle vecchie foglie. Per questa tecnica si può utilizzare la forbice lunga, oppure l'apposito defogliatore.

Per quanto riguarda il rinvaso nelle regioni a clima temperato, il periodo migliore per il rinvaso, è quello del riposo vegetativo (da novembre a marzo); nelle regioni del nord-Italia, a causa delle temperature più fredde, conviene rinvasare la sughera in marzo-aprile. L’apparato radicale deve essere ridotto di 1/3, conservando integro il pane di terra per i 2/3. Le radici più piccole vanno accorciate circa del 50%, mentre quelle più grosse possono essere eliminate completamente. Il substrato deve avere un buon drenaggio, ma non deve asciugare troppo velocemente, perciò, non è opportuno usare akadama assoluta, bensì, 40% di pomice, 30% di kamuna, 30% di lapillo. Si utilizza la kanuma o il terreno acido proprio perché la sughera predilige vivere in terreni acidi infatti in Sicilia cresce in corrispondenza delle eriche arboree, essenze prettamente acidofile. Ricordarsi di rinvasare solo piante in buona salute e, se l’inverno è particolarmente rigido, proteggere dal gelo le sughere appena rinvasate. Le concimazioni devono essere costanti per tutto il periodo vegetativo (da marzo a giugno e da metà agosto a metà ottobre). Fare attenzione a non esagerare con le dosi e usare preferibilmente fertilizzanti a lenta cessione, tipo Biogold, Hanagokoro, Tamaki oppure concimi organici a lenta cessione europei insieme all’aggiunta di acidi umici. Preferibile usare il filo di alluminio ramato, (utile per orientare i rami nella direzione voluta) si può avvolgere tutto l’anno, evitando il periodo di massima vegetazione (aprile-maggio). Lo spessore del filo deve essere adeguato alla grandezza e alla flessibilità del ramo perciò, conviene disporre di misure diverse. Ricordarsi di avvolgere il filo con una angolazione di 45° (se le spire sono troppo ravvicinate, il filo non tiene) partire avvolgendo i rami più grossi e arrivando ai più sottili. Se il filo applicato non riesce a tenere il ramo in posizione si può applicare un’altro filo, l’importante è non farli incrociare.

Per quanto riguarda le patologie più frequenti che possono attaccare la quercia da sughero troviamo l’oidio (mal bianco), il marciume radicale e i classici attacchi dovuti a insetti provenienti dalle piante vicine (acari, afidi, cocciniglie). Una difesa efficace è rappresentata dai trattamenti preventivi primaverili e autunnali effettuati a cadenza quindicinale con anticrittogamici sistemici e insetticidi sistemici.