Pino bonsai

Pinus


Sicuramente il pino in generale è una delle essenze più utilizzate nell’arte bonsai.

Per quanto riguarda la coltivazione e il mantenimento, non si tratta di un’essenza particolarmente difficile: predilige un’esposizione soleggiata e ben ventilata tutto l'anno; sopportando bene sia il freddo che il caldo, è sufficiente che il terreno venga bagnato soltanto se completamente asciutto, consentendo così al substrato di asciugare tra un'irrigazione e l'altra.

Le concimazioni si possono effettuare da aprile a giugno e da settembre a novembre, utilizzando fertilizzanti organici a lenta cessione, ed è preferibile accompagnarle con acidi umici e, una volta al mese esclusivamente nei periodi miti, con micorrize. Queste ultime consistono in funghi simbionti, in grado di svolgere una funzione benefica di reciproco scambio con la pianta superiore. Nel periodo primaverile da marzo a giugno si prediligono concimazioni con maggiore presenza di azoto, nel periodo autunnale da settembre a novembre è invece importante utilizzare concimi privi di azoto a base di fosforo, potassio e microelementi; questo favorisce la lignificazione dei tessuti e permette la formazione di molte gemme che l’anno successivo svilupperanno maggiore vegetazione arretrata, importante per il nostro bonsai.

Il rinvaso nei soggetti giovani si effettua all’incirca ogni 2 anni, mentre in quelli più maturi ogni 3-4 anni. Il periodo adatto è tra la fine dell’autunno e l’inizio della primavera. Si prediligono terreni molto drenanti e ben ossigenati: una miscela ideale può essere costituita da 40% di akadama, 40% di pomice vulcanica e 20% di zeolite. La potatura dei rami o dell’apice si esegue in inverno, quando l’albero è in dormienza. È consigliabile potare lasciando sempre un moncone, a cui va applicata della pasta cicatrizzante con ormoni, per poi eliminarlo l’anno successivo o trasformarlo in un jin, al fine di evitare il pericoloso ritiro di linfa. La potatura di mantenimento la si può effettuare anche durante gli altri periodi dell’anno e consiste nella sostituzione degli apici: si tagliano i germogli troppo lunghi, sostituendoli con altri laterali più corti. Ulteriori tecniche che favoriscono la distribuzione equa delle energie su tutta la pianta e la miniaturizzazione degli aghi consistono nella selezione degli aghi in autunno e nell’accorciamento delle candele in tarda primavera. Entrambe le tecniche vanno applicate ad anni alterni in base al vigore della pianta; in particolare, la selezione degli aghi viene attuata in autunno eliminando tutti gli aghi vecchi e una parte dei nuovi (avendo il pino una dominanza apicale, si lasciano sette paia di aghi sulle ramificazione primarie, cinque sulle secondarie e tre sull’apice); le nuove candele si possono accorciare o eliminare del tutto tra maggio e giugno, quando si sono allungate al massimo ma non ancora aperte, andando così a guidare ulteriormente il vigore e la crescita della pianta.

Senza dubbio la tecnica principale che permette di dare una forma al pino è invece la legatura, che si può applicare con filo di rame dall’autunno alla primavera, tenendo sempre presente che il filo deve essere rimosso non appena inizia a segnare i rami.

Infine, per quanto riguarda i trattamenti fitosanitari, si consiglia di utilizzare in via preventiva, in autunno e primavera, fungicidi sistemici ad ampio spettro contro gli attacchi di malattie fungine a livello radicale, come le tracheomicosi a cui questa varietà è soggetta. Si possono anche effettuare trattamenti con insetticidi sistemici ad ampio spettro contro attacchi di afidi e con acaricidi specifici contro il ragnetto rosso.